Stati Uniti, arrivano i ranger dello spazio: il presidente Trump ha istituito l'UsSpaceCommand

Stati Uniti, arrivano i ranger dello spazio: il presidente Trump ha istituito l'UsSpaceCommand
di Paolo Ricci Bitti
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Venerdì 30 Agosto 2019, 02:05
Arrivano i Ranger dello Spazio: gli Usa vogliono il dominio intanto delle orbite terrestri (tutte, alte e basse), ma si dicono pronti a investire ingenti risorse per estendere il controllo alla Luna e oltre. Donald Trump ha firmato oggi in una cerimonia alla Casa Bianca il documento che istituisce il nuovo comando spaziale Usa, UsSpacecom, finalizzato ad assicurare la supremazia, militare, degli Stati Uniti nello spazio, minacciato - ritiene - da Russia e Cina.

«È un momento storico, un giorno storico, che riconosce lo spazio al centro della sicurezza nazionale e della difesa dell'America», ha commentato, aggiungendo che «UsSpacecom garantirà che il dominio americano nello spazio non sarà mai minacciato». Spacecom, affidato al generale John Raymond, riferirà a Stratcom che dipende direttamente dal Pentagono, per essere chiari. E se storicamente molti degli astronauti (così come i cosmonauti e i taikonauti) vengono dalle forze armate pur schierandosi al servizio della scienza  e della tecnologia dei "civili", d'ora in poi anche lo spazio senza confini - e presto popolato anche dal "turismo spaziale di massa" - sarà considerato un possibile campo di battaglia come non era più  avvenuto dal periodo delle terribili tensioni della guerra fredda con gli arsenali imbottiti di missili intercontinentali  pronti a entrare in azione distruggendo l'umanità.

Dall'allora Unione Sovietica non arrivò mai alcuna conferma, ma si ritiene che la navicella spaziale Salyut 3 nel 1974 fosse equipaggiata con un cannone calibro 23 o 30 "per uso difensivo": mistero sull'effettivo uso di quel cannone, che per essere puntato richiedeva il macchinoso movimento di tutta la navicella, e soprattutto su chi, terrestre o extraterrestre, potesse attaccare la Salyut. 

Poi, negli anni 80, venne lo scudo spaziale del presidente Regan, mai effettivamente realizzato e ideato in chiave difensiva. 


 
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La Space Force sarà la sesta componente delle forze armate statunitensi, accanto ad esercito (Army), marina militare (Navy), aeronautica (Air Force), al corpo dei Marine e alla Guardia costiera.

Un piano ambizioso che ha suscitato, come prevedibile, reazioni fra il preoccupato (soprattutto per i costi) e l'ironico  (da Star Wars al Dottor Stranamore in versione stellare) e che però vede già gli stessi astronauti della Nasa schierati su posizioni del tutto critiche.

Scott Kelly, veterano delle missioni spaziali della Nasa e inoltre ex pilota top gun della marina militare Usa, ha detto alla rete tv americana Msnbc: «Per me la domanda numero uno è: stiamo parlando di nuove capacità offensive nello spazio nelle armi spaziali? Alcune di queste cose sono limitate da trattati internazionali sottoscritti dagli Stati Uniti sin dagli anni '60. Quindi non mi è chiaro quale sia lo scopo di questo nuovo ramo dell'esercito che sarà incredibilmente costoso e che aggiungerà burocrazia a un comparto già molto burocratizzato. E la mia grande preoccupazione è che lo spazio è stato finora un ambiente dove possiamo lavorare in modo pacifico con tutte le nazioni del mondo, e cambiarlo senza una ragione chiara a questo punto, come ho detto, è piuttosto difficile da capire».

L'esempio più immediato è la stazione spaziale internazionale, Iss, sulla quale si trova adesso il maggiore pilota Luca Parmitano, in nome della quale non è mai mancata la collaborazione fra grandi potenze anche quendo sulla Terra la tensione raggiungeva livelli preoccupanti. Inoltre i costi delle imprese spaziali sono elevatissimi e richiedono l'alleanza fra nazioni: sono in molti a credere che l'uomo sbarcherà su Marte per colonizzarlo  solo quando la missione sarà effettivamente mondiale e non di questo o quello stato.

Il vasto progetto dell'armata spaziale Usa a cui - ha annunciato il vice presidente Mike Pence - sta lavorando il Pentagono e che dovrebbe vedere la luce entro il 2020. Congresso permettendo. E sì, perchè per creare la prima nuova forza armata indipendente dal 1947 serve l'approvazione delle due camere parlamentari. E sono molti gli scettici e i critici del progetto, anche all'interno dell'amministrazione. Tra questi, non è un segreto, lo stesso segretario alla difesa James Mattis, a cui però Trump ha dato una missione ben precisa alla quale difficilmente potrà sottrarsi. Quella del tycoon è una vera e propria chiamata alle armi: «Space Force tutta la vita!», ha twittato per far capire a tutti che il piano si attuerà, con buona pace dei detrattori.

Ma la strada, nonostante il documento firmato ieri, è in salita: la realizzazione di una nuova branca delle forze armate Usa comporterà uno sconvolgimento nell'organizzazione del Pentagono, in cui soprattutto i vertici della Air Force sono sul piede di guerra per il timore di perdere parte delle proprie prerogative chiave e quindi una consistente fetta di risorse nonchè di uomini.

I costi dell'operazione Space Force sono poi considerati da molti esorbitanti ed eccessivi rispetto ad altre priorità: secondo i calcoli del Pentagono la cifra da spendere ammonterebbe ad almeno 8 miliardi di dollari in cinque anni. Ma Trump non ne vuole sapere e ha ordinato di andare avanti.

Vuole i suoi cavalieri dello spazio con una loro uniforme, un loro quartier generale, dei loro specifici armamenti e guidati da una catena di comando indipendente. Il piano prevede anche l'acquisto di nuovi satelliti di ultima generazione e lo sviluppo di nuove tecnologie per prepararsi a future guerre nello spazio. Tutti ambiti in cui Mosca e Pechino negli ultimi anni avrebbero compiuto grandi progressi: e per il tycoon che l'America resti indietro su questo terreno è inaccettabile.

Il generale Raymond avrà il compito di vigilare sulla difesa dello spazio come il 'Pacific Command' vigilia sulla sicurezza dell'Oceano. Sarà istituita anche la figura del sottosegretario alla Difesa per lo spazio che dipenderà direttamente dal capo del Pentagono. Entro il 2020 poi la nascita del nuovo corpo, in attesa di riprendere anche la corsa alla conquista dello spazio ferma dai tempi del programma dello Shuttle della Nasa.
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