Rosenberg ha spiegato che si aspettava dati negativi, ma per quanto riguarda le specie più rare, mentre si attendeva un aumento delle specie comuni. Cioè pensava che avrebbe dovuto prendere atto di un restringimento della biodiversità. Invece i risultati hanno mostrato un arretramento complessivo, anche riguardo le specie più generaliste. Passeri, canarini, fringuelli e merli sono stati colpiti in maniera particolarmente dura.Gli uccelli d'acqua e i rapaci ancora resistono, anche grazie al recupero del loro habitat e agli sforzi di conservazione.
Ma tutto il resto è in crollo. «C'è un'erosione del numero degli uccelli comuni», ha spiegato lo studioso, il cui team ha precisato che anche in Europa si sta verificando un fenomeno simile - ha commentato con il New York Times, l'esperto di clima Kevin Gaston, dell' università di Exeter:«I numeri sulla perdita di uccelli sono simili».
Gli autori hanno studiato i database nel periodo 2006-2015. Attingendo ai registri del bird watching sono stati poi in grado di tornare indietro nel tempo fino al 1970. Il verdetto è chiaro: se è vero che poche specie sono riuscite a prosperare, la stragrande maggioranza ha vissuto un netto calo. Questi dati sono stati poi incrociati con quelli dei radar meteo di 143 stazioni disseminate nel territorio statunitense. Le rilevazioni sono relative al decennio 2007-2018 e si sono focalizzate soprattutto sulla primavera, che è la stagione delle migrazioni. Queste strumentazioni hanno misurato un declino del 14 per cento, perfettamente coerente con quello dei database del bird watching.
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