La valutazione di Sotheby's era ragionevole: due anni prima quella vinta dallo scopritore del Dna, James Watson, era stata battuta all'asta da Christiès per 4,1 milioni di dollari, il doppio della stima di partenza. Il 91enne Watson è uno dei più importanti scienziati del Novecento ma anche uno dei più controversi: per le sue affermazioni sull'inferiorità genetica dell'intelligenza dei neri nel 2007 fu messo all'ostracismo della comunità scientifica. Nash, che sarebbe stato un suo coetaneo, morì a 86 anni lasciando il figlio Johnny, un PhD in matematica e anche lui schizofrenico, senza più l'assistenza costante dei genitori.
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Da Christiès la medaglia sarà venduta con il diploma e, in lotti successivi, scritti e studi: il ricavato andrà in parte a un fondo fiduciario intitolato al figlio oggi sessantenne.
La casa d'asta ha intanto recuperato un tassello della storia secondo cui per poco Nash fu escluso dal premio: «Un'ora prima dell'annuncio molti membri dell'Accademia delle Scienze si tirarono indietro, temendo che onorare un “pazzo” avrebbe danneggiato la reputazione del premio e la cerimonia». Alla fine la tesi che la malattia mentale non dovesse essere considerata maggiore handicap di altre, ad esempio quelle cardiovascolari, prevalse a di misura. Il riconoscimento aprì a Nash la strada per tornare alla vita: piccole cose come inviti a cena, la patente di guida, un posto da ricercatore. Alla cerimonia John e Alicia, che avevano divorziato nel 1962 ma erano rimasti sempre in contatto, rinnovarono i voti nuziali.
Altre medaglie del Nobel sono finite di recente sul mercato: in Italia nel 2015 un collezionista fiorentino si aggiudicò quella di Salvatore Quasimodo pagandola centomila euro. Quanto alla medaglia di Watson, l'oligarca russo Alisher Usmanov la restituì al genetista americano perché lo donasse agli istituti che avevano finanziato le sue ricerche «conformemente al suo progetto originario».
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