Nel 2011, quando è stata trasferita la proprietà, spiega Greenpeace, la nave non era più adatta per navigare in alto mare, così è stata convertita in una nave ospedaliera. Una volta cambiata proprietà, ha cambiato nome: Rongdhonu, infatti, è l’equivalente bengalese di Rainbow (arcobaleno).
L’Ong internazionale spiega di aver mantenuto il diritto di veto su qualsiasi piano di smaltimento finale. L’associazione si scusa per non aver interpellato i partner locali. E’ stato tentato un nuovo percorso alternativo per rimuovere la nave, ma è stato impossibile. La nave era già pronta, in spiaggia, per essere smantellata. Così oggi Greenpeace si trova a dover cercare di garantire che i rifiuti che non possono essere trattati in modo sicuro in Bangladesh, possano essere inviati fuori dal Paese per la loro gestione.
“C'è molto da fare per proteggere i lavoratori e l'ambiente dai pericoli della rottura delle navi e ci rammarichiamo di aver fatto questo errore e che ciò mandi un segnale sbagliato sulla disponibilità a farlo in Bangladesh - scrivono - Greenpeace non crede che rompere le navi sulle spiagge colpite da maree sia una cosa green”.
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