Libano, uomo armato prende ostaggi in banca: «Sbloccate il mio conto». Il fratello: «Nostro padre è malato»

In strada una folla di persone si è radunata per esprimere solidarietà con il sequestratore: da 3 anni i conti libanesi in valuta pesante sono stati congelati

Libano, uomo armato entra in banca e prende ostaggi: chiede di sbloccare il suo conto. Il fratello: «Nostro padre è malato»
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Giovedì 11 Agosto 2022, 14:42 - Ultimo aggiornamento: 15:57

Un uomo è entrato armato in una banca di Beirut, capitale del Libano, prendendo in ostaggio alcuni dipendenti e clienti della filiale. Il sequestratore chiede che il suo conto corrente venga sbloccato: dal 2019, infatti, in seguito a una grave crisi del sistema bancario libanese, gran parte dei conti in valuta pesante è stata congelata. Secondo quanto riportano fonti della polizia libanese, all'interno della filiale della Federal Bank nella centralissima via Hamra a Beirut l'uomo si è asserragliato con un'arma in pugno e con una tanica di benzina, minacciando di dar fuoco ai locali dell'istituto di credito.

In strada intanto una folla di persone si è radunata per esprimere solidarietà con l'uomo, vittima come la maggioranza dei risparmiatori libanesi, titolari di conti correnti e depositi in valuta pesante ma spinti sul lastrico da una decisione presa in tutta discrezionalità nel novembre del 2019 dal cartello delle banche libanesi d'accordo con la Banca centrale e senza una legge sul controllo dei capitali.

Fuori dalla filiale della banca presa di mira dall'uomo si è schierata anche la polizia anti-sommossa per timore - riferiscono i media - di manifestazioni e disordini a partire dall'atto di «un individuo disperato».

 

Il fratello: «Nostro padre è in fin di vita, non sappiamo come pagare le sue cure»

Il fratello del sequestratore afferma ai media locali che l'uomo chiede che vengano sbloccati i suoi risparmi bloccati da tre anni - come gran parte dei conti bancari in valuta pesante - del valore di 210mila dollari statunitensi. «Nostro padre è in fin di vita in ospedale e non sappiamo come pagare le sue cure», ha detto il fratello del sequestratore, intervistato dalle tv libanesi. «Mio fratello è pronto a darsi fuoco se non riceverà quello che gli spetta», ha aggiunto. E sul fatto che l'uomo è armato, il fratello ha risposto: «Mio fratello non è entrato armato in banca. Deve aver trovato un arma all'interno. È entrato solo con la tanica di benzina».

Banche in Libano: cosa è successo

Dal novembre del 2019 il cartello delle banche libanesi, d'accordo con la Banca centrale, ha congelato quasi i tutti i conti correnti e i depositi di investimenti e risparmi in valuta pesante (dollaro, euro) dei risparmiatori libanesi. Intanto la lira locale si è svalutata più del 95% rispetto al dollaro statunitense. Non è la prima volta che un episodio del genere si verifica all'ombra della peggiore crisi economica del Libano, dove secondo l'Onu l'80% della popolazione residente è stata ridotta in stato di povertà dall'elite al potere responsabile del default finanziario palesatosi nell'autunno del 2019 e ufficializzato dal governo nel marzo del 2020.

 

Il sequestratore ha rilasciato un anziano

Un anziano cliente della banca è stato rilasciato dal sequestratore dopo una trattativa con le forze di sicurezza. Lo riferiscono media libanesi sul posto. Sui social media circola un video in cui si mostrano due poliziotti negoziare con il sequestratore attraverso la cancellata chiusa della filiale della Federal Bank di Hamra. Al sequestratore, chiamato dagli agenti col nome personale di «Bassam», viene chiesto di rilasciare «almeno uno dei clienti». L'uomo, che indossa una t-shirt nera, dei pantaloncini jeans e un paio di ciabatte infradito ai piedi, risponde respingendo la richiesta, mentre cammina avanti e indietro al centro dell'ingresso della filiale brandendo un'arma da fuoco puntata però verso il basso.

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