Harry sconfitto in tribunale, dovrà risarcire 56.000 euro al Mail per le accuse di diffamazione non provate

Il denaro dovrà essere versato entro il 29 dicembre

Harry sconfitto in tribunale, dovrà risarcire 56.000 euro al Mail per le accuse di diffamazione non provate
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Lunedì 11 Dicembre 2023, 18:42 - Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 08:35

Sconfitta in tribunale per il principe Harry, dopo le vittorie o mezze vittorie ottenute a più riprese negli ultimi mesi sullo sfondo della sua crociata giudiziaria contro i tabloid scandalistici del Regno Unito. Un giudice britannico gli ha infatti ordinato oggi di pagare 48.447 sterline (circa 56.000 euro) al Mail on Sunday - fra indennizzi e spese processuali - in seguito a un'accusa di diffamazione da lui rivolta al domenicale e archiviata per insufficienza di elementi di prova.

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La sentenza

Il denaro dovrà essere versato entro il 29 dicembre, ha stabilito il magistrato.

La vicenda si riferisce a un singolo episodio, una causa intentata dal duca di Sussex in risposta a un articolo ostile pubblicato dal giornale in relazione a un altro caso (tuttora aperto in attesa di appello): il ricorso del secondogenito di re Carlo III contro la decisione del ministero dell'Interno di negare a lui e ai suoi una scorta permanente - anche a pagamento - durante le sue visite nel Regno, non rivestendo egli più un ruolo di rappresentanza ufficiale della monarchia. Il duca di Sussex - trasferitosi con la consorte Meghan negli Usa (dove la coppia tuttora vive, con i figli Archie e Lilibet) dopo il traumatico strappo dalla Royal Family del 2020 - non ha del resto affatto esaurito le sue cartucce legali contro i tabloid dinanzi alla giustizia britannica.

L'accusa

Giustizia che nell'ultimo anno gli ha attribuito vittorie almeno parziali nell'ambito di denunce vecchie e nuove contro violazioni della privacy sia ai danni del Sun di Rupert Murdoch, sia del Daily Mirror. Oltre a un recente rinvio a giudizio preliminare nei confronti dell'editore dello stesso Mail - testata di riferimento della destra populista e sua bestia nera mediatica - nel quadro di una causa collettiva: avviata con altre sei celebrità, fra cui Elton John o Liz Hurley, in riferimento ad anni di presunte «gravi intrusioni» nelle loro vite a colpi di spionaggio affidato a investigatori privati, cimici in case e auto, ascolto illecito di telefonate, ricorso a poliziotti corrotti per l'accesso a informazioni sensibili, hackeraggio di transazioni bancarie o finanziarie, intercettazione di dati medici carpiti mediante false identità.

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