Un «atto terroristico» compiuto per mezzo di una «imbarcazione-bomba», che non ha provocato vittime. Questa la ricostruzione del governo saudita di un attacco avvenuto nella notte tra domenica e lunedì nel porto di Gedda, sul Mar Rosso, contro una petroliera battente bandiera di Singapore. L'ennesimo episodio di questo tipo che ha visto coinvolte navi commerciali in navigazione attorno alle coste saudite, nel Golfo e nello stesso Mar Rosso.
Suudi Arabistan'da petrol tankerinde patlama
🔹Suudi Arabistan'ın Kızıldeniz kıyısındaki Cidde limanı açıklarında demirleyen BW Rhine adlı Singapur bandıralı petrol tankerinde dış kaynaklı bir saldırı nedeniyle patlama olduğu belirtildi. pic.twitter.com/3Mph7nldhj— Ajans Haber (@AjansHaberResmi) December 14, 2020
Le dichiarazioni, affidate a un comunicato del ministero dell'energia di Riad, non puntano esplicitamente il dito contro gli insorti yemeniti Huthi, considerati vicini all'Iran.
La petroliera, colpita poco dopo la mezzanotte locale, è la BW Rhine con a bordo 22 membri dell'equipaggio, nessuno dei quali è rimasto ucciso o ferito nell'attacco. Sui contorni dell'episodio rimangono molte incertezze. Finora le autorità locali e l'armatore della nave colpita non escludono che vi possano esser state perdite di petrolio in mare. Questo episodio si inserisce in una ormai lunga catena di attacchi, alcuni rivendicati dagli Huthi, contro interessi petroliferi sauditi e occidentali lungo le coste orientali e occidentali del regno, alleato degli Stati Uniti. «La nave BW Rhine è stata colpita dall'esterno mentre effettuava le operazioni di scarico», fa sapere la compagnia Hafnia di Singapore. «C'è stata una esplosione e si è poi sviluppato un incendio a bordo».
Secondo il ministero dell'energia saudita, la nave è stata «attaccata da una imbarcazione-bomba». Secondo il ministero, «questi atti di terrorismo (...) minacciano la sicurezza dei rifornimenti energetici mondiali» e «mettono in pericolo l'economia globale». Il porto di Gedda è il principale centro di distribuzione petrolifera dell'Aramco, la società saudita le cui installazioni erano state prese di mira nell'autunno del 2019 da una serie di bombardamenti attribuiti all'Iran ma rivendicati dagli Huthi.
Alcune settimane fa agli Huthi era stato attribuito l'attacco contro la petroliera Agrari, battente bandiera maltese, gestita da una compagnia greca e ormeggiata al porto saudita di Shuqayq. Pochi giorni prima gli Huthi avevano rivendicato il lancio di missili contro impianti petroliferi dell'Aramco sempre a Gedda, che avevano causato una esplosione e un incendio e danni materiali alle installazioni.