Un'inchiesta durata mesi fino a oggi quando è emersa la dinamica dell'esplosione che ha provocato la morte di Lynn Hadley, 67 anni, affetta da Coronavirus. La donna è morta dopo che la bombola di ossigeno utilizzata per curarla è esplosa entrando a contatto con la fiammella di una candela, che era accanto alla sua poltrona. Un evento che accade una volta su un milione che la bombola d'ossigeno esploda ed è quello che è capitato. I fatti si sono verificati in primavera ma gli esiti dell’inchiesta condotta sul suo decesso si sono avuti soltanto a diversi mesi di distanza grazie anche all’aiuto delle testimonianze dei paramedici Emma Spencer e Steve Kelly.
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La donna aveva iniziato a manifestare i sintomi dell’infezione tra cui febbre alta, stanchezza, difficoltà respiratoria e incapacità di reggersi in piedi. Così i suoi familiari hanno chiamato l’ambulanza per le cure del caso e in breve tempo i paramedici si sono precipitati nella sua abitazione, asa di Walsall, nel West Midlands (Regno Unito). Inizialmente le hanno fatto alcune domande mentre uno misurava la temperatura.
Le gravi ustioni, unite al fumo respirato, si sono rivelate fatali per lei tanto che una volta spento il rogo i soccorritori l’hanno trovata morta. Si è così aperta un’inchiesta la quale ha stabilito che l’episodio della bombola di ossigeno è stata la causa prima del decesso.