Chi sono i volontari uccisi a Gaza da un drone israeliano: la bancaria, lo chef e l'autista

Tra loro la volontaria australiana Lalzawmi Frankcom, soprannominata Zomi, 43 anni

Chi sono i volontari uccisi a Gaza da un drone israeliano: la bancaria, lo chef e l'autista
di Raffaella Troili
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Mercoledì 3 Aprile 2024, 06:51

Lavoravano in silenzio, gli unici che ancora riuscivano a far entrare cibo e pentole nella Striscia di Gaza. Li hanno uccisi tutti e sette, miti guerrieri dei pasti caldi. Il tam tam ha scosso tutti gli operatori che da poco avevano avuto a che fare con i volontari di World Central Kitchen uccisi mentre portavano da mangiare nelle cucine da campo sulla Striscia. Avevano passato i controlli, erano diretti nella zona umanitaria protetta. Sette sconosciuti eroi. Tra loro la volontaria australiana Lalzawmi Frankcom, soprannominata Zomi, 43 anni. «Ci siamo incontrate a Il Cairo - ricorda Meri Calvelli operatrice dell'Acs, Associazione cooperazione solidale, da 25 anni a Gaza - Zomi era addetta alla comunicazione, portava il giubbetto con scritto press - stavano preparando una cucina da campo, erano esperti, hanno lavorato anche in Ucraina, siamo andati ad aiutarli». Era la sua prima volta a Gaza, come per gli altri. «Preparavano pasti per la popolazione, fagioli, piselli, c'era bisogno di altri luoghi di cucina, la gente è allo stremo». Originaria di Melbourne, di madre giapponese, Lalzawmi prestava orgogliosa servizio presso la World Central Kitchen. Il suo corpo è stato ripreso in queste ore a terra, il passaporto sul petto, steso a fianco delle altre vittime.

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Generosa, appassionata, dalla Commonwealth Bank alle sale dell'Università di Tecnologia di Sydney, fino all'impegno nelle aree di guerra e disagio, dal Pakistan al Marocco. Sui social circola un suo video da Deir al-Balah, ripete sorridente: servire, guarire, edificare indipendentemente dalla politica. «Mi sto abituando ai droni, non al tuono delle esplosioni» aveva da poco confidato a un'amica e collega. Il primo ministro australiano Anthony Albanese promette giustizia, definendo la sua scomparsa una tragedia indicibile. Assieme a lei ha perso la vita Damian Sobol, il mite cuoco di 36 anni, polacco, a darne la notizia il sindaco di Przemysl, cittadina nel sudest della Polonia da cui proveniva. «Un giovane straordinario, amato da tutti, non ci sono parole per descrivere i sentimenti delle persone che lo conoscevano». Portava la luce, laddove c'era morte e dolore. «La sua missione era dare alle persone un pasto caldo che simboleggiasse la speranza e un momento di oblio», ricorda un'amica. Sui social restano i post del suo ultimo Natale, a Roma, lo scorso anno. Morti anche l'autista e traduttore palestinese Saif Issam Abu-Taha e altri quattro volontari provenienti dal Regno Unito e Stati Uniti/Canada. Tra questi c'era James Henderson, 33 anni. Èx operatore delle forze speciali. Henderson è stato anche membro dei Royal Marines per sei anni secondo il suo profilo LinkedIn. Dopo la sua uscita dall'esercito nel 2016, ha svolto una serie di lavori nel campo della sicurezza personale prima di offrirsi volontario per lavorare con Wck. Fondata nel 2010 dallo chef José Andrés, World Central Kitchen è un'organizzazione no-profit in prima linea per fornire pasti freschi nelle zone di crisi. Proprio oggi era in programma l'evento pubblico on line in cui Wck, dopo quasi 6 mesi di lavoro a Gaza, avrebbe raccontato il suo lavoro.

IL RAID

I sette sono stati uccisi dopo aver scaricato oltre cento tonnellate di cibo nel magazzino di Deir al-Balah, arrivati a Gaza via mare.
Gli attacchi sarebbero stati più d'uno. «Sorridenti, disponibili», li ricordano i colleghi che sono stati al loro fianco nella guerra in Ucraina, nel terremoto in Turchia, in aiuto al Marocco. «Sempre pronti ad aiutare chi ha più bisogno. Uccisi mentre come sempre portavano aiuti. Non doveva andare così».

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