Capelli corti, anzi cortissimi, quasi a zero: così chic, così difficili

Capelli corti, anzi cortissimi, quasi a zero: così chic, così difficili
di Anna Franco
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Sabato 28 Aprile 2018, 11:17 - Ultimo aggiornamento: 11:19

Emma González, Rose McGowan, Adwoa Aboah, Demy Moore e Cara Delevingne hanno o hanno avuto qualcosa in comune: i capelli corti, anzi cortissimi, praticamente rasati. La prima, Emma, una delle studentesse più anziane della Marjory Stoneman Douglas High School, ha fatto notizia con il suo discorso, ma anche col suo look, alla March for Our Lives a Washington. È una delle sopravvissute al massacro di San Valentino nel liceo di Parkland ed è diventata volto dell'attivismo per il controllo delle armi, con tanto di testa rasata. Per molti quest'ultimo dettaglio è il simbolo del suo rifiuto ad accettare lo status quo, tanto che il New Yorker l'ha paragonata a una novella Giovanna D'Arco, come appare nel film di Carl Theodor Drever del 1928: una giovane donna combattiva alla quale vengono brutalmente tagliati i capelli.
 

 


IL PALEOLITICO
Qui, però, così come nel caso della modella dell'anno ai British Fashion Award, Adwoa Aboah, della sua collega Cara Delevingne o dell'attrice Rose McGowan, si tratta di una scelta stilistica consapevole. «I capelli sono un elemento importantissimo a livello simbolico fin dal Paleolitico - afferma l'antropologo Riccardo Notte - Un esempio lampante è la scultura conosciuta come Venere di Willendorf. Il corpo rappresentato come quello della dea madre è quasi completamente nudo. Sulla testa, invece, appare un elaborato copricapo o un altrettanto complessa acconciatura, a significare quanto questa zona sia il punto forte di tutta la figura, tanto da essere l'unica coperta e decorata. Anche la cultura islamica vuole il capo riparato e, allo stesso tempo, sottolinea questa parte creando un alone di mistero. Le suore prendono i voti e rasano le loro capigliature come rinuncia al corpo e ai sensi e i monaci buddisti rasano a zero le loro teste per fuggire la sessualità».

LA FEMMINILITÀ
Che siano, infatti, caste o seduttive, «per intenderci, come quelle della Madonna o di Maria Maddalena», le chiome appaiono come contrassegno di femminilità. «Questo il significato che nella nostra società viene dato ai capelli - continua Notte - Una donna che, quindi, li taglia cortissimi infrange le regole e la normalità vigente, va manifestamente contro il pensiero comune, mettendo in discussione le basi del nostro sistema sociale, oltre che cambiando i rapporti di forza». La scelta di queste ragazze è l'appropriazione di un simbolo di un mondo opposto: il cranio rasato, infatti, è sinonimo di virilità nel caso degli uomini. «Un cambio di look radicale ed esibito - conclude l'antropologo - che è sintomatico di un passaggio, di un'iniziazione, di voler cominciare da capo, buttandosi tutto alle spalle e affrontando una rinascita, col coraggio di una perdita».

LE SIGNORE
Una voglia di vedersi ed essere diverse che potrebbe però anche essere fuori luogo. «Mi sono capitate anche molte signore sulla cinquantina che hanno scelto il taglio radicale e premetto che apprezzo molto questa opzione - racconta l'hair stylist Sandro Facchini - ma il cranio a nudo come quello di un soldato non è donante a tutte».
Un bravo esperto deve prima di tutto capire cosa c'è dietro, «come uno psicologo». «Poi bisogna guardare alle forme del viso, che devono essere ben proporzionate e con tratti regolari e mai allungati - spiega Facchini - Principio valido anche per il cranio, che va tastato: in caso di protuberanze o altre particolarità meglio evitare il taglio a macchinetta». Inoltre, abbandonando i capelli si perde anche la naturale cornice del volto: «A quel punto il trucco diventa fondamentale per mettere in risalto i contorni».

IL SOLLEONE
Un altro problema da non sottovalutare è la ricrescita: se si opta per ritornare a look più classici ci sarà sempre quella odiosa terra di mezzo che è il capello nè corto nè lungo, in una parola ingestibile. «In questo caso, per evitare il disagio di una testa indomabile - consiglia Sandro Facchini - si lavora con tagli che accorcino lateralmente, ma che diano forma e facciano crescere la parte centrale. Chi ha tantissimi capelli deve prendere in considerazione che per ritornare a un caschetto corto, passibile di piega, impiegherà circa due anni. Chi ha una massa normale dovrà aspettare un anno». Se la testa rasata, infine, è il look che si sta scegliendo per l'estate mai dimenticare le creme solari e un cappello: le bruciature incombono sulla testa insieme al solleone.
 

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