Il piano. Incentivi fiscali per l'occupazione e l'imprenditoria femminile, sostegno alla maternità, integrazione degli asili nido nel sistema scolastico, congedo di paternità obligatorio di 75 giorni. E ancora: messa in sicurezza delle scuole, piano di investimenti nella sanità e nei servizi sociali.
«Le nuove opportunità offerte da una politica di bilancio resa espansiva dalla necessità di contrastare la gravissima crisi indotta dalla pandemia vanno colte con tempestività», si legge nella lettera. «I documenti ufficiali di fonte governativa, fin qui resi pubblici, affrontano alcuni di questi temi, ma non appaiono soddisfacenti in quanto non collocano i problemi nella centralità delle politiche per la ricostruzione, né danno loro la giusta priorità. Ora o mai più: si deve pensare in grande, come fecero le classi dirigenti nel secondo dopoguerra delineando un percorso di rinascita per tutto il paese: perché di questo si tratta, affrontare la crisi più grave da allora e superarla».
Un altro appello al premier Conte era stato lanciato dagli Stati Generali delle donne. «Ci mettiamo a disposizione del Governo per suggerire ed individuare interventi concreti e mirati, territorio per territorio. Alla luce della riprogrammazione dei fondi comunitari che le Regioni si stanno accingendo a fare, delle risorse del Recovery Fund che gli Stati membri riceveranno dall'Europa, del piano che occorrerà presentare all’Europa in autunno e della prossima programmazione 2021-2027 è necessario uno sguardo di genere nella formulazione delle proposte ed è necessario che una parte di questi fondi siano destinati all’auto-impiego e auto-imprenditorialità femminile».
La crisi. Il prezzo più alto della crisi lo stanno pagando le donne e i giovani, come conferma l’analisi su Repubblica di Linda Laura Sabbadini, a capo della direzione centrale dell’Istat. Tra marzo e aprile ci sono stati 400 mila occupati in meno, 274 mila solo ad aprile. Una cifra però che non include i cassintegrati. «L’occupazione è calata per uomini e donne, giovani e adulti. Ma al tempo stesso ha colpito di più donne e giovani di 25-34 anni. Ora la situazione si è capovolta (-2,3% di occupate, -1,3% di occupati)».
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