Donne e scienza, premiate due ricercatrici della Sapienza

Federica Mezzani, una delle due ricercatrici premiate
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Lunedì 17 Giugno 2019, 15:03

Due ricercatrici della Sapienza vincono il premio “L'Orèal Unesco For Women in Science”. Silvia Celli del Dipartimento di Fisica e Federica Mezzani del Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale sono state premiate per l’eccellenza dei loro progetti di ricerca sui meccanismi di accelerazione e fuga di particelle da sorgenti astrofisiche galattiche e sul sistema di droni per la localizzazione di mine antiuomo. Le ricercatrici sono tra le sei vincitrici del riconoscimento che premia l’eccellenza di progetti di ricerca realizzati da giovani studiose di età inferiore ai 35 anni.
La cerimonia di premiazione si è tenuta presso Museo Nazionale della Scienza e della tecnologia “Leonardo Da Vinci” di Milano. Alle ricercatrici borse di studio del valore di 20.000 euro ciascuna. Lo studio di Celli riguarda i diversi messaggeri astrofisici in grado di identificare le sorgenti dei raggi cosmici galattici. In particolar modo, la ricerca si focalizza sull’analisi teorica delle segnature dei resti di supernova sotto forma di fotoni di alta energia e neutrini. Al fine di stabilire una connessione fra tali sorgenti e i raggi cosmici galattici, viene analizzato il processo che porta le particelle cariche a uscire dal meccanismo di accelerazione e a cominciare il loro viaggio di propagazione nel mezzo interstellare verso la Terra. Questo fenomeno potrebbe portare all’identificazione della presenza di raggi cosmici di alta energia proprio nelle zone circostanti gli acceleratori, rispondendo così a uno dei maggiori quesiti aperti della fisica del XX secolo.

Il progetto di Mezzani, invece, è dedicato alla localizzazione di mine antiuomo attraverso una mappa real-time. Il sistema coinvolge uno sciame di droni, equipaggiati con micro-sensori in grado di rilevare la variazione di densità nel terreno della zona che sorvolano. Lo sciame si suddivide in due gruppi: un numero ristretto di droni master sorvola rapidamente l’area individuando le zone presumibilmente contaminate; la restante parte, volando a quota più bassa, pattuglia minuziosamente le zone indicate dai droni master. Il sistema, con l’ausilio di droni autonomi convenzionali, non comporta rischi di alcun tipo, è economico, affidabile e a basso impatto ambientale. Permetterà di restituire benessere a intere comunità e dignità ai paesi devastati dall’orrore della guerra. Le candidate al premio in tutta Italia erano 350. 

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