Alessandra Carnevali: «Vi racconto la commissario Adalgisa Calligaris
antieroina social intelligente e divertente»

Alessandra Carnevali: «Vi racconto la commissario Adalgisa Calligaris antieroina social intelligente e divertente»
di Vincenzo Carducci
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Sabato 3 Agosto 2019, 10:25 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 20:58
ORVIETO «Adalgisa è bruttarella, grassottella, vestita male, ha sofferto per i complessi adolescenziali ma si è salvata mettendo in funzione il cervello e studiando. Ed è diventata una donna forte, ha fatto carriera e ora è apprezzata». Adalgisa è il commissario Calligaris, eroina dei racconti di Alessandra Carnevali, la scrittrice orvietana che dopo l'esperienza nella musica - nel 2007 prima blogger accreditata a Sanremo «ma ora non scrivo più, oggi la musica è a scadenza e di bassa qualità» - si è dedicata con successo ai romanzi gialli. «Io li definisco arancioni - dice - perché non sono gialli puri o thriller. Divertire è lo scopo dei miei libri perché c'è bisogno di leggerezza».
Da due settimane è in libreria l'ultima indagine, Delitto in alto mare, quarto capitolo delle avventure del commissario. «Inizialmente doveva essere una trilogia - spiega - poi ho deciso di portare il personaggio fuori da Rivorosso Umbro». Il paese natale di Adalgisa dove torna malvolentieri nel primo libro - Uno strano caso per il commissario Calligaris vincitore del premio «Il mio esordio 2016 - dopo essere rimasta ferita in un conflitto a fuoco in Campania. E altro non è che Orvieto anche se a fare da sfondo non ci sono luoghi o monumenti piuttosto le inflessioni dialettali del commissario insieme a personaggi e comportamenti di un piccolo centro di provincia come il pettegolezzo che può essere anche divertente».

«All'inizio la gente cercava di riconoscere nei libri l'amico o il vicino di casa - dice la Carnevali - ma in realtà nei personaggi c'è un mix di persone, anche quelle che non conoscevo». C'è molto di autobiografico nelle storie di Adalgisa che sulla sua strada incontra Tamara Picchio, figlia del proprietario di un hotel del paese e quindi ribattezzata Paris, come Paris Hilton. «E' l'esatto opposto di Adalgisa - spiega l'autrice - anche lei non è bella ma se ne frega e si atteggia e si veste in maniera appariscente». Nell'ultimo libro si incontrano dieci anni dopo durante una crociera in Giappone, Paris nel frattempo è diventata una travel blogger, Adalgisa sta festeggiando il decimo anniversario di matrimonio con il magistrato Gualtiero Fontanella ma sarà suo malgrado tirata dentro l'ennesimo caso da risolvere. «Io sono sia Adalgisa che Paris», dice la Carnevali che nell'ultimo libro, oltre alla passione per le crociere, ha inserito anche una delle figlie, karateca, la Bianca Briganti che aiuterà Adalgisa a risolvere il caso, e nel prossimo porterà anche il suo cane Peppa. «Sarà un maschio e si chiamerà Bromuro - anticipa - nel quinto libro che sto scrivendo Adalgisa torna a Rivorosso per Natale. Lei odia il Natale e si troverà ad avere a che fare con una ragazza morta che nessuno conosce». Ha pensato di proporre Adalgisa per la tv o il cinema? «Si, sto lavorando con amici dell'ambiente e con una amica scrittrice americana stiamo traducendo alcuni capitoli per proporlo anche alla Hbo. Nel ruolo di Adalgisa avevo immaginato Geppi Cucciari ma poi mi sono convinta che Maria De Biase sarebbe l'ideale». Perché piace il commissario Calligaris? «Nell'immaginario collettivo televisivo le donne poliziotte sono tutte belle - afferma la scrittrice - Adalgisa è bruttina, è una donna normale e questo piace ai lettori che hanno difficoltà a immedesimarsi nella perfezione». Insomma, un antieroe nell'era dei social e dell'immagine a tutti i costi. «Lei è una donna forte non ha problemi a far vedere quello che è e non deve essere qualcun altro per piacere agli altri. Le offese per la forma fisica ci sono sempre state anche se oggi questa forma di bullismo avviene in maniera diversa, non c'è il coraggio di confrontarsi di persona e ci si nasconde dietro i social network. Per questo non invidio le ragazze di oggi perché per loro è ancora più difficile».
 
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