Aids, stabile il numero delle infezioni a Latina. Il test entra nella strategia di prevenzione

La serata di ieri al "Gabbiano", in primo piano la professoressa Miriam Lichtner
di Giovanni Del Giaccio
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Domenica 2 Dicembre 2018, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 09:27
I dati restano stabili e l’allarme è legato proprio a questo. Sono i nuovi casi di infezioni da Hiv scoperti, nel corso dell’ultimo anno, al centro di riferimento del “Santa Maria Goretti” di Latina. Erano 299 le persone sieropositive “registrate” nel 2017, sono state 322 nel 2018. Alle quali si aggiungono 17  decessi di malati, nell'arco dell'anno.

Numeri e nuove strategie di prevenzione sono stati forniti al termine della settimana dedicata a questa patologia  «La prevenzione è un’arma vincente - ha detto Miram Lichtner, dirigente delle malattie infettive - ma la strategia è difficile, per questo è necessario agire a 360 gradi e far entrare il test a pieno titolo nella strategia stessa».  Si tratta di un prelievo di sangue, possibile ogni giorno in ospedale, in modo anonimo e gratuito, mentre ora esiste anche un test sulla saliva da acquistare in farmacia.

«Se il risultato è negativo continuiamo a lavorare sulla prevenzione, se positivo si fa una terapia immediata per prevenire l’Aids e non infettare il partner». 

Purtroppo ancora un terzo di chi lo contrare si accorge del virus solo alla manifestazione dei sintomi, il 26% dopo comportamenti sessuali non protetti, gli altri da analisi di routine o un ricovero ospedaliero o - è il 5% dei casi - in occasione di accertamenti per la gravidanza. La buona notizia, in questo caso, è che ormai è azzerata la trasmissione al nascituro.  

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