Sarà l'analisi delle chat sul telefonino a fornire tutte le risposte sulla morte della ragazzina di Borgofranco d'Ivrea (Torino) che domenica sera è stata trovata impiccata a una mensola, nella sua cameretta, con la cintura dell'accappatoio. Aveva solo 12 anni. A dare l'allarme è stato il papà che, però, non ha potuto fare nulla per salvare la ragazzina. Un caso delicato, secondo la procura di Ivrea, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio. «Il quadro è tutto da definire e servirà tempo per analizzare le conversazioni via chat», spiega il procuratore di Ivrea, Giuseppe Ferrando, al lavoro insieme alla procura dei Minori di Torino.
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Le challenge
Per modalità l'episodio ricorda da vicino quanto accaduto a gennaio, a Palermo, dove una bambina di dieci anni ha perso la vita per una «sfida» su TikTok, il social network che va per la maggiore tra i giovanissimi.
Le ipotesi
«Non sembra emergere l'elemento della sfida», conferma Ferrando. Per questo gli inquirenti non escludono la possibilità che la ragazzina, domenica, avesse confidato i propositi suicidi a due sue amiche che sono già state ascoltate dai carabinieri. Addirittura una delle ipotesi è che le coetanee abbiano condiviso i propositi dell'amica, salvo poi fermarsi in tempo. Tutto questo in un quadro di "disagio esistenziale" della 12enne, probabilmente mai confessato alla famiglia. «Un episodio gravissimo che non pensavamo di dover mai affrontare - dice ora il sindaco del paese, Fausto Francisca - tutta la comunità e sconvolta e vicina alla famiglia della ragazza». Il primo cittadino l'aveva vista ancora domenica: «Sembrava serena e tranquilla. La sera prima parlava del proprio futuro e aveva anche le idee abbastanza chiare».
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L'assistenza
La scuola media di Borgofranco, piccolo centro di 3.700 anime alle porte di Ivrea, ha deciso di avviare un servizio di assistenza psicologica per i dodici compagni di classe della ragazzina. Gli incontri si terranno in palestra, garantendo il distanziamento. Da un paio di settimane, infatti, la scuola è chiusa a causa delle limitazioni imposte dall'emergenza Covid.
«E fondamentale fare quanto prima chiarezza sulle cause dell'accaduto visto il gravissimo e recente caso apparentemente simile verificatosi a Palermo - dice in merito la presidente della commissione parlamentare per l'Infanzia e l'Adolescenza, Licia Ronzulli - bene ha fatto la procura ad aprire subito un'indagine per istigazione al suicidio così da verificare se, come purtroppo già accaduto, a causare questa tragedia sia stata un'assurda sfida su Tik Tok. La sicurezza dei nostri bambini deve essere garantita a ogni costo, nella vita reale come in quella virtuale»