I prezzi di frutta e verdura nelle ultime settimane sono sulle montagne russe con lievi cali e brusche risalite. L’alternarsi di temperature insolitamente alte al gelo, sta intaccando la regolarità della produzione. Raccontano alla Coldiretti: «Preoccupa il brusco abbassamento delle temperature in una situazione in cui il caldo anomalo ha provocato le fioriture anticipate di mandorli, peschi e ciliegi che sono ora particolarmente sensibili al freddo con il rischio concreto della perdita dei raccolti». Alcuni esempi: i prezzi medi all’origine, nella terza settimana di febbraio, rispetto a quella precedente, vedono un più 13 per cento per i cavoli broccoli, ma anche un meno 5 per il radicchio. La siccità rischia di sferrare il colpo letale: molto più alti i prezzi al consumatore quest’estate. Nel 2022 i danni causati dalla carenza dell’acqua al settore agricolo sono stati di 6 miliardi di euro, quest’anno si calcola che possano arrivare a 8. E il conto, per una parte, lo pagheremo tutti alla cassa del supermercato. «Difficile fare previsioni - racconta Massimo Pallottini, direttore del Centro agroalimentare di Roma - ma si rischia una scarsa produzione di melanzane, peperoni, pesche, albicocche, zucchine, per fare alcuni esempi. E quando l’offerta diminuisce, i prezzi inevitabilmente salgono». Non solo: anche riso e mais, che dipendono molto dall’acqua, avranno un calo della produzione, con conseguente ricorso alle importazioni e stangata. Già oggi fanno scalpore le immagini degli scaffali vuoti nei supermercati del Regno Unito, che ad esempio per i pomodori dipendono dalle importazioni: questo è l’effetto anche (ma non solo) delle difficoltà legate al clima che si stanno affrontando nel Sud dell’Europa.
Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti: «In questo periodo stiamo passando da un eccesso di offerta a una carenza di offerta, e questo causa una oscillazione dei prezzi.
Scelte
Ecco allora la riduzione della superficie a riso perché non ci sarà acqua. Stesso discorso per il mais. «L’anno scorso - ricorda Bazzana - a un certo punto si è dovuto scegliere quali campi continuare a irrigare, quali abbandonare in Lombardia, Veneto e Piemonte. Sulla scorta di quell’esperienza, oggi si prendono delle decisioni. Lo stesso vale per gli ortaggi. Quelle coltivazioni che hanno costi colturali più elevati, portano a evitare di prendersi il rischio di non avere poi l’acqua. E pensi che per gli ortaggi che vengono raccolti a mano c’è un altro problema, che abbiamo già visto anno scorso: la mancanza di manodopera». Ecco allora che si riducono certe produzioni. Ed ecco che i prezzi, con una scarsa offerta vanno alle stelle. E i prodotti più a rischio stangata sono appunto le melanzane, i peperoni, le zucchine, per fare alcuni esempi.
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