Coronavirus, il caso San Giovanni Bianco (Bergamo): 37% abitanti positivo al test sierologico

Coronavirus, il caso San Giovanni Bianco (Bergamo): 37% abitanti positivo al test sierologico
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Domenica 7 Giugno 2020, 17:25 - Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 06:58

Fa scalpore il caso di San Giovanni Bianco, una cittadina di circa 4.800 abitanti in provincia di Bergamo, dove 1441 maggiorenni hanno aderito all'iniziativa del Comune e fatto il test sierologico per scoprire se hanno avuto il Covid. Altri 400 lo faranno nei prossimi giorni, ma già i risultati bastano per farsi un'idea di quanto sia stato devastante il Coronavirus in Val Brembana: il 37% degli abitanti che hanno fatto il test è risultato positivo.

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«È un dato che ci aspettavamo visto l'elevato numero di decessi che abbiamo avuto» spiega il sindaco Marco Milesi all'ANSA, insomma una conferma che ci sono state zone ancora più martoriate di quelle in cui si discuteva se fare la zona rossa o meno. A marzo dell'anno scorso a San Giovanni sono morte due persone, a marzo di quest'anno ci sono stati 47 decessi, più che nell'intero 2019. Per questo a metà aprile al sindaco è venuta l'idea di fare i test, ha fatto richiesta all'Ats (l'ex Asl) per procedere e poi ha atteso le direttive regionali del 12 maggio «su come devono essere fatti gli screening».

Ha indetto una gara (grazie anche al contributo di un'azienda del territorio che ha donato 120 mila euro) e iniziato i test sierologici il 25 maggio e i tamponi il 3 giugno. Il costo dei primi è completamente coperto dal Comune, sui secondi viene richiesto un contributo di 40 euro su una spesa totale di 90. Una volta che il test indica la positività bisogna infatti controllare con il tampone se si è contagiosi o meno. Il risultato non ha stupito Milesi, ma è di certo impressionante: più di un residente su tre è venuto a contatto con il virus.

«La positività è pari al 37%, l'età media dei positivi è di 54 anni, il 44% è un lavoratore e il 70% dei positivi ha indicato di avere avuto sintomi» ha scritto in un post su Facebook in cui ha ringraziato tutti quelli che hanno contribuito all'iniziativa, incluso il parroco che ha messo a disposizione la chiesa di San Rocco. Il ringraziamento maggiore è andato però ha chi ha fatto l'esame. «Questo rende cosciente ognuno rispetto ai comportamenti che deve tenere - spiega - Conoscere la situazione aiuta a comportarsi in modo più sicuro».

 


Adesso il Comune si trova ad affrontare il problema scuola. «Stiamo rivedendo le aule della primaria allargandole dove è possibile, ma a preoccuparmi è soprattutto il trasporto scolastico. Noi abbiamo 4.800 abitanti ma su un territorio vasto con 54 km di strade comunali e già oggi è difficile garantirlo». E lo sarà ancora di più con le norme sul distanziamento. «Io spero che si riesca a trovare una soluzione dal punto di vista sanitario perché rivedere tutti gli spazi dal punto di vista socio-economico è insostenibile» dice, soprattutto in una comunità che si trova a dover aiutare il triplo di famiglie rispetto a prima della pandemia. «Certo c'è stata la moratoria sui mutui per i Comuni e fondi straordinari per le cinque province più colpite, ma quando non ci saranno più - conclude - la situazione sarà ancora più critica».

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