Pasticceria chiude dopo 17 anni: «Approfittiamo di Quota 103, le bollette erano aumentate troppo»

L'ultima torta il 31 dicembre: «Il continuo aumento dei costi, sia delle materie prime che dell'energia, ci avrebbe costretto ad aumentare i prezzi»

Pasticceria chiude dopo 17 anni: «Approfittiamo di Quota 103, le bollette erano aumentate troppo»
di Denis De Mauro
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Mercoledì 4 Gennaio 2023, 13:46 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 19:35

L'ultima torta ha lasciato la pasticceria alle 17: serviva a festeggiare i due anni di una bambina. «Quella dei 3 anni ti toccherà acquistarla da qualche altra parte», sorride Daniela rivolta al giovane papà. Sacile ha perso un'altra attività: la pasticceria Dolciamaro ha chiuso i battenti il giorno di San Silvestro. Era nome noto e frequentato. Qualche mese fa ha cessato l'attività il bar Trieste, pochi metri più in là. «Ho approfittato di quota 103 (62 anni e 41 di contributi) - spiega Mauro Mazzaschi, il pasticcere del Dolciamaro -. Il continuo aumento dei costi, sia delle materie prime che dell'energia, ci avrebbe costretto ad aumentare i prezzi, cosa che avevamo preferito evitare in questi ultimi mesi. Non puoi riversare sempre tutto sul consumatore, o alla lunga sarà come segare il ramo su cui sei seduto».

L'attività chiude dopo 17 anni

Tanti a Sacile chiamavano la sua pasticceria Dolceamaro, qualcuno pensava perfino che Amaro fosse il cognome del titolare. Spiega invece Daniela, moglie di Mauro e da sempre commessa del negozio che «era un nome che ci piaceva, il dolce delle creme e quella punta d'amaro del cioccolato naturale». L'attività è rimasta aperta per 17 anni, dispensando golosità e buoni consigli, come sanno i molti che si sono fermati a chiacchierare con Daniela sulla panchina - confessionale a lato dell'ingresso della pasticceria. «Sono tempi strani - commenta Mauro -.

Abbiamo messo in vendita l'attività, chiudiamo con tanti affezionati clienti, ma fatichiamo a trovare acquirenti».

L'ultimo saluto dei clienti


Sono stati tanti, nel corso della giornata, coloro che non sono mancati di passare per un saluto o un ultimo acquisto. «Il problema sono gli orari: lavorare le feste e le domeniche non piace ai giovani», commenta Daniela. Gli fa eco Mauro: «10, 12 ore al giorno devi metterle in conto e si comincia a lavorare alle 4, 4.30 per portare a banco i pasticcini freschi per le 8.30». Insomma, serve passione. Mazzaschi, originario di Salsomaggiore, trasferitosi a Sacile per amore della sua Daniela, ha vinto numerosi premi nel corso di una lunga carriera iniziata al Miramonti di Cortina d'Ampezzo. Tra i tanti, anche due medaglie di bronzo alle Olimpiadi di cucina del 92, con la squadra del Fvg. Ha lavorato a lungo tra Pordenone e Brugnera, prima di aprire la sua pasticceria in viale Trieste a Sacile. «La corrente è triplicata in meno di un anno, i costi fissi rischiano di far diventare la pasticceria un bene di lusso, la Tv propone dolci super spettacolari che però necessitano di ore ed ore di lavoro, mentre il cliente entra e conta di farsi fare una torta a più piani pagandola qualche carta da 10 euro» commenta Mazzaschi.

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