Oligarchi russi, le ville in Costa Smeralda restano chiuse: ma lo Stato paga il personale (per salvare posti di lavoro)

Circa 300mila euro l'anno a carico del Demanio per la manutenzione

Oligarchi russi, le ville in Costa Smeralda restano chiuse: ma lo Stato paga il personale
di Nicola Pinna, inviato a Porto Cervo
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Lunedì 15 Agosto 2022, 07:13 - Ultimo aggiornamento: 16 Agosto, 11:48

PORTO CERVO - Doveva essere l'annus horribilis del turismo smeraldino ma le previsioni fatte in inverno si sono sciolte come la neve sotto il sole estivo. Eppure, pochi giorni dopo l'inizio della guerra in Ucraina, quando la Finanza aveva fatto scattare i sigilli alle ville e agli yacht degli oligarchi di Mosca, agli amici di Putin e anche a quelli che hanno provato a rinnegarlo troppo tardi, in Costa Smeralda si era immaginata una stagione turistica di lacrime. Locali vuoti, baie senza panfili, hotel semideserti, boutique con i conti in rosso e un esercito di operai, giardinieri e addetti alle pulizie tutti a formare un nuovo esercito di disoccupati. Non è andata così: anzi, sta andando proprio all'opposto.

 

Nelle ville da sogno che si nascondono nel verde di Porto Cervo, ma anche nelle colline di Porto Rotondo e nelle altre località della Gallura marinara, la musica è sì spenta e le piscine sono vuote, ma nulla qui è in abbandono.

Di più: tutti quelli che da anni lavoravano nelle tenute dei magnati che da queste parti non possono metter piede sono ancora lì, impegnati ogni giorno, perché il daffare non manca. «Diciamo che nessuno degli assunti ha perso lo stipendio e questo è il risultato più importante della nostra battaglia - sottolinea Luisa Di Lorenzo, segretaria della Cgil della Gallura - A versare gli assegni ora è lo Stato, attingendo da un fondo creato per la difesa dei lavoratori legati ai beni confiscati alle mafie».

Per chi aveva solo contratti a tempo determinato, secondo le stime del sindacato, la scialuppa è arrivata con il boom di presenze che il nordest della Sardegna registra in questi mesi. «L'assenza dei russi ha agevolato l'aumento dei flussi dagli Stati Uniti e questo nuovo mercato ha consentito di trovare una collocazione anche a chi non aveva un contratto stabile nelle case dei magnati colpiti dalle sanzioni spiega la segretaria della Cgil La legge, tra l'altro, prevede che una volta concluso l'iter del sequestro o del congelamento dei beni lo Stato si possa rifare sui proprietari: o pretendendo che restituiscano i fondi impiegati per l'erogazione degli assegni oppure rifacendosi con la confisca del patrimonio».

Per le blindatissime e irraggiungibili residenze sarde degli oligarchi anche della manutenzione si fa carico il Demanio. Il rischio è che durante il periodo di congelamento le strutture possano perdere valore. Le spese ovviamente variano, prima di tutto sulla base delle dimensioni delle ville. Ma anche a seconda del numero delle stanze, per le dimensioni del giardino, le caratteristiche delle piscine e dei servizi tecnologici. E in più ci sono da mettere in conto i servizi di vigilanza. Messo tutto sul calderone, per tenere in ottime condizioni ognuno di questi paradisi il costo si aggira intorno ai 300 mila euro l'anno. Non spiccioli, se è vero che la vicinanza al mare fa aumentare il valore delle strutture ma rende più evidente l'usura. La salsedine non perdona e lo Stato paga.

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