Mario Marchetta, barista ucciso a Grassano per aver negato l'ultima bevuto a un ragazzo: «Sei già ubriaco, non ti do più nulla»

«Sei già ubriaco, non ti do più nulla» Gli nega l'ultima bevuta, ucciso il barista
di Bruno Palermo
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Martedì 4 Ottobre 2022, 07:16 - Ultimo aggiornamento: 07:17

GRASSANO (MATERA) Sono da poco passate le 23 quando nel bar Kilò di Grassano, piccolo centro del Materano, si consuma la tragedia. Un giovane di 20 anni entra nel bar di Mario Marchetta, 35 anni, e chiede da bere. Marchetta nota che il ragazzo è già visibilmente alterato (così racconteranno anche alcuni testimoni ai carabinieri) e rifiuta di fornire un altro drink al giovane avventore.

La vendetta

Il ragazzo va via infuriato, ma poco dopo torna con un coltello da cucina e colpisce più volte Marchetta che resta al suolo. È a quel punto che al 112 della centrale operativa dei carabinieri di Tricarico arriva una telefonata da Grassano, dall'altra parte una voce concitata chiede l'intervento dei militari per un accoltellamento in piazza della Libertà, nel centro storico del piccolo centro.

Il bar Kilò si trova a pochi metri, in via Meridionale. Sul posto arrivano militari della stazione di Grassano e due pattuglie del Nucleo radiomobile. Insieme arrivano anche i sanitari del 118 che provano a stabilizzare l'uomo gravemente ferito e che si trova ancora dentro al bar. Mentre il personale del 118 cerca di salvare la vita a Marchetta, i militari avviano le prime indagini. Il barista è gravissimo e viene caricato su un ambulanza alla volta del campo sportivo di Tricarico, dove nel frattempo deve arrivare l'elisoccorso. Mario Marchetta su quell'elicottero che avrebbe dovuto trasportarlo all'ospedale San Carlo di Potenza, purtroppo non ci salirà mai. Il suo cuore smette di battere prima che possano essere fornite a lui ulteriori cure mediche.

 

I soccorsi inutili

Le coltellate hanno ferito a morte il barista 35enne e tutti gli sforzi del personale medico dell'ambulanza del 118 sono risultati vani. Intanto i carabinieri hanno appurato che un giovane ha colpito Marchetta e si è dato alla fuga, facendo perdere le sue tracce. I Carabinieri, insieme ai colleghi del Nucleo Investigativo di Matera, cominciano ad ascoltare quanti in quel momento si trovavano nei pressi del bar Kilò e a repertare tutto quanto utile alle indagini. Grazie alle testimonianze raccolte, i militari risalgono quasi subito ad un uomo, identificato in un ventenne del posto. Scattano le ricerche su tutto il territorio. Ricerche che, però, si concludono poco dopo, perché nel frattempo un ragazzo, accompagnato da un avvocato, si è presentato spontaneamente alla stazione dei carabinieri di Grassano. Dopo aver ricostruito la dinamica dei fatti gli investigatori recuperano, poco lontano dal bar Kilò, un coltello da cucina, verosimilmente utilizzato come arma del delitto. Per il ventenne scatta l'arresto e subito viene condotto presso la Casa Circondariale di Matera, in attesa di comparire davanti al Gip (giudice per le indagini preliminari) per la convalida dell'arresto. A presentarsi ai carabinieri è stato, Gabriele Acquafredda, che avrebbe confessato di essere l'autore del delitto. Secondo la ricostruzione dei militari, Acquafredda avrebbe anche provato a lavare il coltello in un vicino bagno pubblico.

Il ritorno al paese

Mario Marchetta era rientrato a Grassano da poco tempo, dopo aver girato per lavoro sia all'estero che in Italia. Nel piccolo centro di Grassano sono tutti attoniti per quanto accaduto domenica sera. A parlare per la comunità e per l'intera amministrazione comunale è il sindaco, Filippo Luberto: «Una grande tragedia ha scosso la nostra comunità, sconvolgendo la vita di due famiglie scrive il primo cittadino sulla pagina Facebook dell'amministrazione - Con grande dolore, ci stringiamo alla famiglia Marchetta per la tragica scomparsa del giovane. Mario, dopo un periodo all'estero, ha deciso di rientrare nella nostra comunità avviando la sua attività, quella che per lungo tempo aveva desiderato. In questo momento le frasi di circostanza potrebbero essere tante, preferiamo, attoniti, pregare insieme alla sua famiglia, certi che la giustizia farà il suo corso, affinché riposi in pace. Proclameremo il lutto cittadino il giorno del funerale». 
 

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