Frosinone, il tabaccaio che ha ucciso il ladro in casa: «Ho temuto per la mia vita»

Il commerciante è indagato per eccesso di legittima difesa: «Ho temuto per la mia vita»

Frosinone, il padre del tabaccaio che ha ucciso il ladro in casa: «Capisco mio figlio, avrei sparato anch io»
di Stefano De Angelis
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Mercoledì 27 Ottobre 2021, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 01:18

Due colpi, uno in aria e l’altro mortale. Sono stati gli ultimi istanti della sequenza sfociata in omicidio a Santopadre, paese della Ciociaria. Qui, a poche centinaia di metri dal centro, l’altra sera un tabaccaio ha ucciso con un colpo di fucile un rumeno che, insieme ad altri due complici, si era introdotto nella sua villetta. «Avevamo capito che in casa era entrato qualcuno. Quando sono uscito nel giardino per controllare, ho visto un uomo in procinto di scappare. Ho sparato in aria, lui si è girato verso di me: impugnava una pistola, me l’ha puntata contro e a quel punto, temendo per la mia vita, ho sparato». Così il commerciante ha ricostruito quanto accaduto nel vialetto dell’abitazione. Ora l’uomo, Sandro Fiorelli, 59 anni, titolare di una tabaccheria in piazza Marconi, è indagato non per omicidio, ma per eccesso colposo di legittima difesa. È a piede libero: nei suoi confronti la Procura non ha adottato alcuna misura.

«È MOLTO PROVATO»

Ieri era a casa, la stessa teatro della tragedia, con la famiglia. «È provato, il figlio più di lui» ha spiegato il suo legale, l’avvocato Sandro De Gasperis.

Già perché è stato proprio il figlio, che lavora all’ospedale di Colleferro, ad avvertire rumori sospetti provenire dal piano superiore della villetta. Erano circa le 19.30 e i due erano appena rientrati dopo aver chiuso la tabaccheria.

Stando alla ricostruzione fornita agli investigatori, il giovane ha gridato e messo in allarme il padre. L’uomo si trovava in cantina, dove teneva i fucili regolarmente detenuti. È un cacciatore. A quel punto, spaventato, ne ha imbracciato uno, un calibro 12 a pallini, ed è uscito dal locale per dare un’occhiata. Mentre risaliva un vialetto verso la porta di casa, sulla base della versione resa, in un primo momento ha visto due uomini scappare dalla sua proprietà. Probabilmente, colti di sorpresa dall’arrivo di padre e figlio, erano appena usciti dall’abitazione per non farsi sorprendere. Si sono dileguati nel buio della notte e sono tuttora ricercati.

A quel punto il tabaccaio è arrivato in fretta al porticato, a due passi dall’ingresso, e ha avvertito altri rumori arrivare da una stanza. Passano pochi istanti e, secondo quanto descritto dal commerciante, è avvenuto l’incontro ravvicinato con il rumeno: anche lui voleva fuggire, come i complici. La tragedia si è consumata in pochi secondi. Per Mirel Joaca Bine, 34 anni, è stata fatale una rosa di pallini: lo hanno colpito al fianco destro, sotto l’ascella, perforandogli un polmone. È caduto con il volto riverso a terra, intorno tracce di sangue. 

 

L’ARMA

Indossava un cappello e aveva una pistola, trovata accanto al cadavere. La stessa che il tabaccaio ha visto puntare verso di sé: «Me l’ha rivolta contro e allora per difendermi ho sparato» ha ripetuto ai carabinieri. È risultata un’arma scacciacani priva di tappo rosso ed è stata sequestrata. Sull’avambraccio destro del rumeno sono state riscontrate altre ferite, provocate sempre dai pallini. Per lui non c’è stato nulla da fare. Quando sono arrivati i sanitari del 118 era già troppo tardi. A dare l’allarme è stato lo stesso Fiorelli, ascoltato per ore nella caserma dei carabinieri di Arpino: soltanto dopo le 6 del mattino è tornato a casa con il legale. Ha ripercorso tutte le fasi e ripetuto di aver esploso il colpo per essersi sentito in pericolo. 

 

IL SOPRALLUOGO

Gli investigatori hanno effettuato sopralluoghi e rilievi all’interno e all’esterno della villetta per individuare tracce e indizi utili: il tutto per trovare riscontri sulla ricostruzione del tabaccaio, incensurato. Nell’abitazione sono stati sequestrati tre fucili, regolarmente posseduti e custoditi. Sono stati acquisiti anche i telefonini. Si sta verificando, inoltre, anche l’identità del rumeno che ha perso la vita: quelle generalità sono senza precedenti. Un aiuto sarebbe potuto arrivare anche del sistema di videosorveglianza della villetta, ma è emerso che non registrava: riprendeva soltanto filmati in diretta.

Ora si sta cercando acquisire eventuali immagini d’interesse investigativo da altre telecamere presenti nella zona. Il sostituto procuratore ha disposto l’autopsia sul corpo del 34enne: l’incarico è stato conferito, dovrebbe essere eseguita venerdì. Per l’avvocato del tabaccaio la circostanza del ferimento sul fianco del rumeno è un riscontro sulla versione dell’uomo. «Si è messo subito a completa disposizione degli inquirenti, mostrando massima collaborazione» ha spiegato.
 

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