Italia, meno aree agricole e pascoli, crescono le foreste. Liguria e Calabria al top

Italia, meno aree agricole e pascoli, crescono le foreste. Liguria e Calabria al top
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Martedì 11 Dicembre 2018, 19:01
Negli occhi ancora le terribili immagini della devastazione che ha colpito un mese fa il Veneto, il Trentino e il Friuli: lì il forte vento ha fatto strage di alberi dalla Val di sole all'Altopiano di Asiago fino ai boschi dei preziosi abeti necessari per i violini di Stradivari. Eppure il verde aumenta in Italia: anzi, di più ci sono più alberi e foreste mentre si riducono le aree agricole, i prati e i pascoli. Questa è la fotografia del nostro Paese secondo il rapporto dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), "Territorio, processi e trasformazioni in Italia", presentato a Roma. Il rapporto rileva che gli alberi in soli 5 anni (2012- 2017) sono aumentati del 4,7%, arrivando ad estendersi lungo circa 14 milioni di ettari. Il fenomeno si concentra nelle zone marginali del Paese e trascura invece le città, dove a salire sono i valori di copertura artificiale.
Le regioni con più alberi sono Liguria (80,7%), Calabria (67%) e Toscana (60,8), considerando anche frutteti, uliveti, arboricoltura da legno e alberi in ambiente urbano. All'opposto si trovano Veneto e Lombardia (29,5% e 32,9%). Tra i Comuni è Reggio Calabria, con il 54,5%, ad avere la maggiore di territorio ricoperto da alberi, seguita da Genova (54%) e Messina (49,9%).
Roma si attesta al 21,7%, mentre Milano e Palermo rispettivamente al 10,7% e al 33,4%. La crescita degli ultimi anni è avvenuta principalmente a scapito di aree con vegetazione erbacea (agricola, naturale o seminaturale) in montagna (+2%), ma ancor di più in collina (+2,5%), dove i processi di abbandono sono ancora in corso. Le aree boschive interessano il 40% del territorio, in particolare nelle zone montane, dove gli alberi arrivano a coprire complessivamente il 65% del territorio. Nello stesso periodo l'Italia ha però «ridotto del 4% le aree con vegetazione erbacea agricola o adibite a pascolo trasformandole in centri urbanizzati o aree boschive. La perdita dell'area agricola, che un tempo divideva nettamente le città dai boschi, si è accompagnata spesso alla scomparsa dell'eterogeneità del paesaggio, all'ingresso delle specie aliene e alla riduzione della biodiversità e ancor di più della sicurezza alimentare». La trasformazione degli ultimi decenni viene «dominata dalla crescita delle aree artificiali per far fronte a nuove infrastrutture di trasporto, a nuove costruzioni o ad altre coperture non naturali, che con una crescita di oltre il 180% rispetto agli annì50 rappresenta l'evoluzione di maggiore entità». 
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