Fondi Pnrr, maxi frode ai danni della Ue: 24 misure cautelari e sequestri per oltre 600 milioni di euro (oltre a Rolex, gioielli e auto di lusso)

Interessati anche diversi Paesi europei ove stanno operando forze di polizia

Fondi Pnrr, maxi frode ai danni della Ue: 24 misure cautelari e sequestri per oltre 600 milioni di euro (oltre a Rolex, gioielli e auto di lusso)
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Giovedì 4 Aprile 2024, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 12:52

Scoperta maxi frode ai danni dell’Unione europea su fondi Pnrr. L'operazione della Guardia di finanza di Venezia, che ha eseguito misure cautelari nei confronti di 24 persone su richiesta di Eppo, la procura europea, e sequestri preventivi per oltre 600 milioni di euro.

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Interessati anche diversi Paesi europei ove stanno operando forze di polizia slovacche, rumene e austriache.

I particolari dell'operazione saranno al centro di una conferenza stampa che si terrà alle 11,30 a Mestre, presso il Comando Provinciale della Gdf.

Le misure cautelari

Del totale delle ordinanze, hanno spiegato i vertici della Gdf in conferenza stampa, 8 sono in carcere, 14 agli arresti domiciliari e due sono interdittive a svolgere attività professionale e commerciale. Sono oltre 150 i finanzieri che stanno eseguendo perquisizioni sul territorio nazionale, in Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Campania e Puglia, anche con l'ausilio di unità cinofile «cash dog».

La frode

Le attività di frode, allo stato delle indagini attribuite al sodalizio criminale con il coinvolgimento di svariati prestanome e l'ausilio di 4 professionisti, hanno in una prima fase riguardato iniziative progettuali per decine di milioni di euro, finanziate a valere sul PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), nell'ambito della Digitalizzazione, Innovazione e Competitività nel sistema produttivo ed erogati da SIMEST (società partecipata da CDP con l'obiettivo di sostenere le imprese italiane nel percorso di internazionalizzazione), che ha corrisposto tempestivamente alle richieste dell'Autorità giudiziaria fornendo collaborazione alle indagini. Le investigazioni hanno poi permesso di far emergere come la medesima organizzazione, utilizzando spesso le stesse società, fosse dedita anche alla creazione di crediti inesistenti nel settore edilizio (bonus facciate) e per il sostegno della capitalizzazione delle imprese (A.C.E.), per circa 600 milioni di euro.

I beni sequestrati

A valle di questi, si è posto un altrettanto raffinato apparato di riciclaggio, peraltro agevolato anche dall'utilizzo di tecnologie avanzate (come Virtual Private Network, server cloud dislocati in Paesi poco collaborativi, crypto-asset, specifici software di intelligenza artificiale per aumentare la velocità di produzione dei documenti falsi) e di società di cartolarizzazione dei crediti al fine di occultare e proteggere, da un lato, l'illegale business del sodalizio da eventuali controlli delle forze di polizia e, dall'altro, trovare nuove modalità di monetizzazione dei crediti inesistenti. Tra i beni sequestrati appartamenti e ville signorili, importanti somme in criptovalute, orologi Rolex, gioielli Cartier, oro e auto di lusso (tra cui Lamborghini Urus, Porsche Panamera e Audi Q8) oltre agli oltre 600 milioni di crediti.

La replica dell'Ue

«Prendiamo atto degli annunci delle autorità italiane e dall'Eppo e non abbiamo alcun commento specifico da fare sul caso». «Il Pnrr contiene un quadro di controllo molto solido che si basa sui sistemi di controllo nazionali degli Stati membri», che «devono garantire un'efficace prevenzione e individuazione di corruzione e frodi». I piani presentati includono «anche questo sistema di controllo e la Commissione ha valutato che forniscono effettivamente garanzie sufficienti». Lo ha detto la portavoce della Commissione Ue Lea Zuber interpellata nel briefing con la stampa sulla maxifrode sul Pnrr scoperta dalla Gdf di Venezia e da Eppo.

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