Niente emulazione di un fenomeno, niente strategie o piani collegati ad azioni complesse, ma il gesto isolato ed estemporaneo di un giovane di Santo Stefano di Cadore, quello legato al danneggiamento dell’autovelox di via Udine a Santo Stefano di Carode. Ieri sera, 20 gennaio, i carabinieri della Stazione di Santo Stefano di Cadore, che subito si erano messi al lavoro per capire come e chi avesse operato nella notte del 28 gennaio scorso, all’esito delle indagini e dei sopralluoghi effettuati sulla cabina destinata ad alloggiare l’autovelox comunale, sono riusciti ad identificare l’autore del gesto.
L'autovelox vicino alla strage di Angelika Hutter
Il sedicesimo autovelox abbattuto in Veneto è legato a una tragedia, quella dell'incidente nel quale hanno perso la vita Mattia Antoniello, di due anni, suo papà Marco di 47, e la nonna materna Maria Grazia Zuin di 64, travolti dall'Audi guidata dalla 31enne tedesca Angelika Hutter.
Chi è stato
Il giovane del posto, ascoltato in serata dai carabinieri, ha ammesso la propria responsabilità ed è stato denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per danneggiamento. «L’evento occorso, che sarebbe sbagliato definire una bravata così come collegarlo a quel fenomeno che potrebbe generare emulazione, è stato affrontato con grande attenzione, proprio per la necessità di chiarire subito i contorni della vicenda» ha commentato il Comandante Provinciale che ha aggiunto «chi pensa, e non è questo il caso di Santo Stefano, che distruggendo questi apparati si fa giustizia sociale, non ricorda che l’analisi della incidentalità sul nostro territorio e gli esiti dei servizi che i carabinieri hanno svolto intensamente anche nell’estate scorsa, in diverse zone montane, per contrastare chi usa le nostre strade come fossero un autodromo, dimostra che far rispettare i limiti di velocità, fuori e dentro i centri urbani, è una azione che salva la vita delle persone. E lo sanno bene quei tanti cittadini onesti della nostra provincia che, a fronte di queste azioni sconsiderate di danneggiamento, chiedono il ripristino degli autovelox quale strumento di prevenzione sul territorio».