Dopo il polverone mediatico delle ultime 24 ore, sull'innalzamento degli stipendi per le responsabilità amministrative in Università del Salento (con l'accusa della Cgil al rettore di voler aumentare il proprio stipendio e quello dei dirigenti), Fabio Pollice chiede al Consiglio d'Amministrazione di non deliberare. La discussione arriva in Cda, ma non c'è delibera. E tutto resta com'è. «Ho voluto portare al Consiglio la decisione, ma ritenevo il parere non positivo del Senato Accademico importante seppur non vincolante. Quindi ho chiesto di non deliberare. Abbiamo deciso quindi di soprassedere, poi si vedrà in futuro».
«Questi compensi possono apparire eccessivi, ma non li ho definiti io: anzi, ho scelto il range più basso. Amo questo territorio e questa università, e so che è al mio fianco in questo momento. Ho applicato un Dpcm che vale per tutte le università pubbliche, non ho fatto un colpo di testa».
Le parole di Pollice
Pollice spiega quella proposta: «Credo che l'aumento degli stipendi sia giusto perché i dipendenti dell'università sono i meno pagati di tutta la pubblica amministrazione.
Il rettore spiega la propria visione: «L'università pubblica in Italia riceve una costante aggressione. Sono stanco di vedere persone che vengono aggredite sistematicamente. Se la passione non viene riconosciuta, torno a fare il ricercatore universitario con orgoglio e determinazione. Io non difendo me, difendo l'istituzione, questa è una battaglia di civiltà. Perché non ci scandalizziamo di quello che accade con le telematiche soltanto in Italia? Non arretro perché abbiamo un progetto che stiamo portando avanti, nell'interesse degli studenti di questo territorio». Cosa accadrà adesso? Pollice ci scherza: «Lo stipendio sarà lo stesso». A conti fatti, non arriverà almeno per il momento una proposta diversa al Senato Accademico.