«Più respiratori, vero aiuto per Gemelli e Spallanzani»

«Più respiratori, vero aiuto per Gemelli e Spallanzani»
di Simone Canettieri
3 Minuti di Lettura
Giovedì 23 Aprile 2020, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 07:41

«Respiratori e posti letto di terapia intensiva sono strumenti indispensabili. Lo dicono i numeri. Mi spiego meglio: il 20% dei malati sintomatici ha bisogno di un'assistenza ventilatoria e quindi servono a salvare vite e a vincere la battaglia contro il coronavirus. La vostra gara di solidarietà e i gesti grandi e piccoli dei lettori sono un aiuto in più per gli ospedali affinché possano dotarsi delle tecnologie fondamentali che non sono mai abbastanza».
Franco Scaldaferri è specializzato in medicina interna e gastroenterologia, è un dirigente del Policlinico Gemelli. Dopo aver passato la prima fase dell'emergenza a occuparsi della gestione del resto dell'ospedale, adesso è in prima linea nei reparti Covid. Passa la giornata nel percorso di accoglienza dove si analizzano i casi sospetti in attesa del primo tampone e tra coloro che poi risultano positivi. «Fortunatamente è un momento meno stressante, ma non possiamo abbassare la guardia e prestare la massima attenzione, anche noi operatori che spesso e volentieri siamo contagiati».
E proprio al Gemelli e allo Spallanzani, le due trincee anti-virus di Roma, è destinata la sottoscrizione del nostro giornale. Una gara di solidarietà tra i lettori che ha già permesso di donare 200 mila euro, subito impiegati per comprare 12 ventilatori polmonari. E che ha portato tutte le testate della Caltagirone Editore a raccogliere e donare una prima tranche da un milione di euro ad importanti strutture ospedaliere nazionali. La nostra iniziativa va avanti per prevenire i rischi di una seconda ondata. E quindi più si avranno macchinari e posti letto a sufficienza, più rimarrà lontano l'incubo di dover decidere chi salvare.
C'è poi un altro aspetto che sottolinea sempre Scaldaferri: «Questa emergenza ha dimostrato che il nostro sistema sanitario ha un gap evidente rispetto a quello dei Paesi del Nord Europa e in parte degli Usa e quindi, sperando che non debbano servire tutti insieme, i nuovi macchinari per le terapie intensive saranno un patrimonio degli ospedali. Un'arma in più, insomma, per renderci ancora più competitivi e per dare ulteriori garanzie a tutti i cittadini».
Scaldaferri da questa esperienza ha già tratto i primi insegnamenti umani, prima che scientifici: «L'epidemia si sconfigge con un forte senso di comunità, ringrazio i lettori del Messaggero: ci riempiono il cuore di gioia e speranza».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA