Coronavirus, avvocati: «Sciacallo chi adesso fa causa ai medici, attenzione a chi vi promette soldi»

Toghe abbandonate in tribunale
di Michele Milletti e Egle Priolo
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Giovedì 2 Aprile 2020, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 11:08

PERUGIA - «Informo la clientela che non saranno accettati incarichi per intentare cause contro operatori sanitari, medici e infermieri impegnati nella lotta al Covid-19, che ringrazio vivamente per l'opera prestata», scrive l'avvocato Angelo Piccotti. «Attività del genere le lascio agli sciacalli», gli fa eco il collega Massimiliano Sangro.

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«Essere avvocati non è un modo come un altro per sfamarsi. E faccio riferimento ovviamente a quei pochi mentecatti più o meno organizzati che della loro professione fanno sciacallaggio», chiarisce l'avvocato Luca Gentili. Tutti pensieri affidati a Facebook perché arrivino a più gente possibile: gli avvocati non faranno causa ai medici, tanto meno promettendo cifre record come si legge qua e là su internet.

Una scelta personale a cui si aggiunge l'indicazione, tra gli altri, dell'Organismo congressuale forense, dopo le tante segnalazioni di siti in cui si offrono prestazioni legali per risarcimenti da capogiro in casi di malasanità legati al coronavirus. «Si tratta di comportamenti rapaci e inaccettabili – scrive l'Ocf -, posti in palese e grave violazione delle elementari regole deontologiche, con cui pochi “avvocati” scorretti agiscono in modo da indurre in errore gli utenti meno avveduti, così procurando un incalcolabile danno di immagine e di credibilità all’intera avvocatura». Fatti magari da chi avvocato non è: associazioni, presunte onlus, società che comunque poi si rifanno a gruppi di legali.

«Piattaforme – spiega il presidente dell'Ordine degli avvocati di Perugia, Stefano Tentori – che cercano clienti proponendo azioni contro eventuali responsabilità mediche. Un accaparramento di clientela ripugnante da parte di chi approfitta di una situazione drammatica, in un momento in cui bisogna invece lasciar lavorare i medici e ringraziarli». Contro questi avvocati (e salvi, ovviamente, casi reali di errori, ché anche le famiglie hanno diritto di essere tutelate) si parla già di sanzioni disciplinari. «Il nostro Consiglio non ha ancora adottato nulla di definitivo – spiega Tentori -, ma gli Ordini umbri stanno ragionando su iniziative analoghe, per richiamare i colleghi a principi deontologici, per evitare che singoli gettino discredito su un'intera categoria, approfittando di questa situazione e dimenticando la nostra prima funzione, che è sociale. Come quella dei medici, con cui solidarizziamo».

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