Una galassia non mappata e in continua evoluzione, tra nuove occupazioni, dismissioni spontanee e sgomberi. Sono oltre 200 i centri sociali che hanno sede in palazzi abbandonati e non, comunque occupati, in Italia: dove la gestione collettiva degli spazi prevede non soltanto iniziative sociali e culturali, ma è caratterizzata dal forte antagonismo politico. Ed è il popolo dei centri sociali finito, soprattutto a Torino al centro di inchieste della procura, ad essere spesso protagonista di scontri con le forze dell’ordine. Anche per la frequente organizzazione di cortei e manifestazioni di protesta. Ma i gruppi estremisti (e le occupazioni) non sono un fenomeno che riguarda soltanto la sinistra antagonista, la sede storica di CasaPound è in un palazzo occupato nel dicembre 2003.
A sinistra
Dal Leoncavallo a Milano, nato nel ‘75, al Forte Prenestino a Roma, sorto poco più di dieci anni dopo. Poi Torino, con El Paso e Askatasuna, il Pedro a Padova. E a Bologna Labas, centro sociale Tpo. Sono questi, ma solo alcuni, i principali centri sociali, spesso al centro di polemiche e scontri politici. Il verbo è l’autonomia rispetto alle istituzioni ma anche l’iniziativa politica su temi caldi (come l’emergenza abitativa, la guerra in Medio Oriente, la riforma della scuola e delle università).
A Roma molte polemiche hanno riguardato Spin Time, un palazzo dell’Inpdap occupato da Action a scopo abitativo, che è sede di un giornale e nel quale vengono organizzate iniziative culturali e politiche e dove vivono 500 persone (un quinto sono minori).
Destra
L’emblema delle occupazioni di gruppi di estrema destra o neofascisti è quella dell’edificio dell’Agenzia del Demanio, di via Napoleone III a Roma. Il palazzo di sei piani a due passi dalla stazione Termini è diventato il quartier generale di CasaPound, che fa risalire la sua nascita proprio a quel momento. Nel 2020 la procura ha ottenuto dal gip il sequestro preventivo dell’immobile con un provvedimento che ordina il recupero dell’edificio in relazione a una doppia indagine dei magistrati capitolini: per occupazione abusiva di associazione a delinquere finalizzata all’istigazione all’odio razziale. Ma nel panorama sono presenti anche CasaMontag, via Tiberina, Sezione del Blocco Studentesco, Il cerchio e la croce, Circolo Futurista Casalbertone, Area 19, Foro 753 (nuovo) che fa capo ad Azione giovani e nel 2007 il Comune di Roma ha “regolarizzato” con l’assegnazione, dopo lo sgombero di un immobile occupato in via Capo d’Africa a Roma con l’assegnazione di uno stabile a un passo dal raccordo anulare, Casa d'Italia Colleverde. Realtà analoghe a Latina, dove CasaPound ha istituito la propria sede in un palazzo dell’Enel, a Guidonia e a Catania, dove, nel quartiere Cibali, i militanti di Spazio Libero Cervantes occupano l'ex Circolo Didattico XX Settembre. Al momento unica “occupazione non conforme”, come la definiscono gli stessi militanti, nel Sud Italia.