Carceri, telefonini nascosti intimamente: denunciati sei detenuti giunti a Viterbo da Frosinone

Trasferiti dopo gli spari con la pistola recapitata fra le celle con un drone

Mammagialla
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Martedì 9 Novembre 2021, 18:40

Da Frosinone a Viterbo con sei microtelefonini nascosti intimamente. Domenica sono arrivati i primi 50 detenuti provenienti dal carcere di Frosinone. Si tratta dei 150 che per motivi di sicurezza e di riequilibrio del penitenziario del Lazio Sud sono stati ridistribuiti tra le case circondariali di Viterbo e Civitavecchia.

Uno spostamento voluto dall’amministrazione penitenziaria centrale dopo “l’incidente” del 19 settembre, quando quattro colpi di pistola rimbombano tra le celle dell'alta sicurezza dell'istituto penitenziario di Frosinone. Grazie a un drone un detenuto è riuscito a recuperare un’arma e in pochi minuti ha fatto fuoco contro tre persone. La conseguenza diretta di questo folle gesto, per la gestione dei detenuti, è stato il trasferimento di 150 detenuti alta sicurezza e media sicurezza tra gli istituti penitenziari di Viterbo e Civitavecchia.

Tuttavia, non pochi sono stati i problemi che hanno dovuto affrontare gli agenti della penitenziaria nel controllare i nuovi giunti. Sei di loro aveva infatti sei microtelefoni nascosti nelle parti intime. La penitenziaria è riuscita a trovarli perché dispone di strumenti adeguati, strumenti che non sarebbero presenti nel carcere di Frosinone.

«Non possiamo immaginare - afferma il segretario della Uspp Lazio, Daniele Nicastrini - che si continui ad operare senza strumenti adeguati per i controlli dovuti alla prevenzione contro illeciti che possono compromettere l’ordine è la sicurezza».

Ma questo non è l’unico problema sulla bilancia. «Aggressioni, spaccio di sostanze e altro sono purtroppo all’ordine del giorno in carcere. Purtroppo le carenze sono sempre le stesse». C’è quasi rassegnazione nelle parole di Nicastrini, che da tempo tenta di raccontare le difficoltà delle carcere italiani e in particolare di quella di Viterbo.

«Il problema al momento - dice ancora - non è tanto il sovraffollamento. Attualmente ci sono poco più di 560 detenuti, circa 20 in più e 260 agenti, 70 in meno di quanto stabilito. Abbiamo avuto momenti peggiori. Il problema vero è il “sovraincasinamento“. Si mischiano detenuti che devono scontare appena 2 anni con quelli che hanno la fine pena nel 2045. Non riusciamo a stare dietro allo spaccio di subuxone tra detenuti. Ci sono quelli che per guadagnare due spicci fingono di prendere la terapia per spacciarla ad altri. E poi ovviamente scoppiano risse e aggressioni. Questo modo di gestire le carceri da parte dell’amministrazione non funziona». Secondo la Uspp il sistema carceri in generale non va. «E l’amministrazione sembra non fare nulla. E il problema che così la casa circondariale non è né riabilitativa né trattamentale. Fa solo un pessimo lavoro». Nei prossimi giorni arriverà la seconda parte dei detenuti provenienti dal carcere di Frosinone. E si ricomincerà con le ispezioni.

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