Da Frosinone a Viterbo con sei microtelefonini nascosti intimamente. Domenica sono arrivati i primi 50 detenuti provenienti dal carcere di Frosinone. Si tratta dei 150 che per motivi di sicurezza e di riequilibrio del penitenziario del Lazio Sud sono stati ridistribuiti tra le case circondariali di Viterbo e Civitavecchia.
Uno spostamento voluto dall’amministrazione penitenziaria centrale dopo “l’incidente” del 19 settembre, quando quattro colpi di pistola rimbombano tra le celle dell'alta sicurezza dell'istituto penitenziario di Frosinone. Grazie a un drone un detenuto è riuscito a recuperare un’arma e in pochi minuti ha fatto fuoco contro tre persone. La conseguenza diretta di questo folle gesto, per la gestione dei detenuti, è stato il trasferimento di 150 detenuti alta sicurezza e media sicurezza tra gli istituti penitenziari di Viterbo e Civitavecchia.
Tuttavia, non pochi sono stati i problemi che hanno dovuto affrontare gli agenti della penitenziaria nel controllare i nuovi giunti. Sei di loro aveva infatti sei microtelefoni nascosti nelle parti intime. La penitenziaria è riuscita a trovarli perché dispone di strumenti adeguati, strumenti che non sarebbero presenti nel carcere di Frosinone.
«Non possiamo immaginare - afferma il segretario della Uspp Lazio, Daniele Nicastrini - che si continui ad operare senza strumenti adeguati per i controlli dovuti alla prevenzione contro illeciti che possono compromettere l’ordine è la sicurezza».
«Il problema al momento - dice ancora - non è tanto il sovraffollamento. Attualmente ci sono poco più di 560 detenuti, circa 20 in più e 260 agenti, 70 in meno di quanto stabilito. Abbiamo avuto momenti peggiori. Il problema vero è il “sovraincasinamento“. Si mischiano detenuti che devono scontare appena 2 anni con quelli che hanno la fine pena nel 2045. Non riusciamo a stare dietro allo spaccio di subuxone tra detenuti. Ci sono quelli che per guadagnare due spicci fingono di prendere la terapia per spacciarla ad altri. E poi ovviamente scoppiano risse e aggressioni. Questo modo di gestire le carceri da parte dell’amministrazione non funziona». Secondo la Uspp il sistema carceri in generale non va. «E l’amministrazione sembra non fare nulla. E il problema che così la casa circondariale non è né riabilitativa né trattamentale. Fa solo un pessimo lavoro». Nei prossimi giorni arriverà la seconda parte dei detenuti provenienti dal carcere di Frosinone. E si ricomincerà con le ispezioni.