AstraZeneca, più dosi a Veneto, Lombardia e Piemonte: «Ne usiamo tante»

AstraZeneca, più dosi a Veneto, Lombardia e Piemonte: «Ne usiamo tante»
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Giovedì 13 Maggio 2021, 20:17 - Ultimo aggiornamento: 21:52

Compensare le regioni più avanti con i target delle somministrazioni, anticipando ad alcuni territori più dosi di AstraZeneca tra i nuovi arrivi: a poterle incassare potrebbero essere già Veneto, Lombardia e Piemonte. In attesa di giugno, che - spiega il commissario per l'Emergenza Francesco Figliuolo - sarà il «mese della svolta», si punta a «ulteriori bilanciamenti» sul siero anglo-svedese nel Paese, affinché le dosi non rimangano nei frigoriferi e si possa inoculare il più possibile senza tenere nulla in magazzino.

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Nel Paese, nelle ultime 24 ore, si potrebbe superare la soglia delle 500mila iniezioni per la sesta volta in due settimane mentre in generale sono otto milioni le persone immunizzate con la prima e la seconda dose: oltre il 13% degli italiani. E in effetti ci sono regioni che, oltre ad essere in linea con gli obiettivi richiesti, potrebbero fare ancora di più se avessero più fiale a disposizione: la Lombardia - dove i cittadini che rifiutano AstraZeneca sono lo 0,5%, una delle percentuali più basse in Italia - auspicherebbe fino a 300 mila dosi in più alla settimana rispetto a quelle già ricevute, attraverso il meccanismo di compensazione. «Su questo Figiuliolo ci ha detto che stanno facendo le valutazioni del caso.

Noi lombardi abbiamo il grande merito che utilizziamo tutti i vaccini senza alcun problema, anche AstraZeneca», spiega il governatore della Lombardia, Attilio Fontana.

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Nel Veneto il potenziale sarebbe di 140 mila shot al giorno ma al momento si lavora in base alle disponibiltà e la quota resta a 85mila. Anche nel Piemonte al momento si viaggia sulle 30 mila iniezioni ma con un numero diverso di dosi si arriverebbe a 50mila, per raggiungere le 80 mila di fine maggio. È per questo che i camion dell'esercito che trasportano i nuovi carichi del vaccino di Oxford nelle prossime settimane potrebbero essere dirottati verso quei territori che ne utilizzano di più, così come era già successo nei giorni scorsi per il bilanciamento tra Sicilia e Puglia. Ma il meccanismo - fa sapere la struttura del Commissario - è soltanto temporaneo. I bilanciamenti saranno provvisori e puntano comunque in seguito a un recupero, per il mantenimento della distribuzione di vaccini per numero di abitanti. Per altre regioni invece l'obiettivo è smaltire le dosi andando a ritroso sulle fasce di età anche alla luce dell'ultima disposizione di Figliuolo, che nelle ultime ore aveva inviato ai governatori una lettera per dare il via libera alle prenotazioni dal prossimo 17 maggio anche per i nati fino al 1981, quindi gli over 40.

Questo week end nel Lazio ci sarà un open day appositamente dedicato e soltanto con gli shot di AstraZeneca. In Friuli - annuncia Massimiliano Fedriga - «da lunedì, se al momento della prenotazione ci saranno spazi liberi nelle agende, saranno inseriti anche gli over 40». La Lombardia invece continua a puntare il più possibile sulle fasce di età più anziane a partirà con i quarantenni dal 20 maggio. Sulla questione, poi, dello slittamento del richiamo del vaccino Pfizer, il Cobas annuncia per il 15 maggio la presentazione di un ricorso al Tar: «si sono analizzati tutti i documenti ufficiali e in nessuno di essi si evince un'evidenza scientifica che giustifica la dilatazione dei tempi di somministrazione della seconda dose di vaccino. Una decisione tutta politica».

In Germania invece non c'è alcun problema di 'smaltimento dosi'. Il siero di Oxford è già esaurito negli studi dei medici di famiglia, dopo la sospensione dell'ordine di priorità sulle categorie che era stata annunciata il 6 maggio scorso esclusivamente per questo vaccino. Il responsabile dell'associazione delle farmacie del Nordreno spiega che questo tipo di siero «è così richiesto che le quantità a disposizione bastano a malapena». L'aumento della domanda sarebbe da legare alla riduzione dell'intervallo per fare la seconda dose (secondo le disposizioni della sanità tedesca a quattro settimane), continua Preis: «è per questo che il vaccino è attraente per i giovani. Vogliono essere pronti per i prossimi allentamenti delle restrizioni con una protezione vaccinale completa».

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