Raggi e l'eterna tentazione del partito dei sindaci

Raggi e l'eterna tentazione del partito dei sindaci
di Simone Canettieri
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Giovedì 7 Maggio 2020, 00:45
Il partito dei sindaci. Un grande classico di tutte le stagioni politiche, iniziato con l'elezione diretta dei primi cittadini negli anni 90. Passano i partiti, le repubbliche, ma lo schema si ripete. E questa volta sotto l'emergenza coronavirus, dunque con un potere mediatico per i sindaci ancora più grande. Tra droni sulle spiagge e urla in diretta tv ai runner, pacchi di genere alimentari da distribuire e ordinanze creative. In questo contesto Virginia Raggi si sta muovendo con destrezza per tessere trame e rapporti con gli altri colleghi delle principali città italiane. Con il dem Antonio De Caro, presidente dell'Anci e primo cittadino di Bari, i rapporti sono ottimi, le riunioni si susseguono quasi quotidianamente. L'obiettivo è chiaro: chiedere più poteri per chi amministra i comuni. 
A scapito ovviamente dei governatori delle regioni, protagonisti rissosi della fase 1 con buoni intenzioni anche per la 2. In questo partito dei sindaci Raggi prova a trovare una sua dimensione, extra M5S. Entrando così in un'area giallorossa più vasta, ma sempre nell'alveo del centrosinistra. La costruzione di un profilo ancora più autonomo e slegato dal vecchio mondo grillino che le servirà per tentare il bis in Campidoglio l'anno prossimo.
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