Sangue infetto, nuova condanna al Ministero. E si prepara una class action

L'avvocato Renato Mattarelli
di Giovanni Del Giaccio
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Lunedì 2 Marzo 2020, 12:47 - Ultimo aggiornamento: 17:54
Nuova condanna per sangue infetto e l'avvio di una class action di diversi danneggiati da emotrasfusioni per chiedere alla Corte Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo di condannare l'Italia per la violazione dei diritti fondamentali della persona umana.

A darne notizia è l'avvocato Renato Mattarelli, del foro di Latina, specializzato in danni legati alla salute. La condanna al Ministero della Salute  è un risarcimento ulteriore per non aver controllato il sangue trasfuso nel 1985 ad una ragazzina di 15 anni caduta dal motorino.

Alla donna pontina dovranno essere risarciti altri 50mila euro circa per un totale 270mila euro con gli arretrati già riconosciuti dal tribunale di Latina oltre all'assegno mensile di 800 euro a vita, come deciso dal  Tribunale di Roma.
 
«A prescindere dall'appello - spiega l'avvocato Mattarelli - si sta preparando una class action di diversi danneggiati da sangue infetto per chiedere alla Corte europea   di condannare l'Italia poiché oltre al grave ritardo nel riconoscimento del danno alla salute in Tribunale che nei casi di emotrasfusi arriva anche fino a 50 anni dopo, vi è il ritardo nei pagamenti delle condanne statali e a cui il Ministero della Salute provvede dopo 4-5 anni dal passaggio in giudicato delle sentenze. Sussiste inoltre la temerarietà dello Stato che resiste ai giudizi di risarcimento pur sapendo della giustezza della richieste di risarcimento di quanti nel trentennio ricompreso fra metà degli anni '60-'90 hanno subito trasfusioni di sangue notoriamente non controllato, a volte anche dolosamente pur di favorire il mercato delle fabbriche farmaceutiche produttrici di plasmaderivati.L'esempio della ragazzina di 15 anni di Latina che cade dal motorino e viene trasfusa ed infettata nel 1985 per essere indennizzata e risarcita dopo 35 anni è un esempio emblematico di questa ingiustizia che oramai si perpetra da 50 anni».

La Corte europea dei diritti dell'uomo in passato ha già condannato l'Italia per i ritardi nei risarcimenti, mentre va ricordato che da ormai venti anni - secondo i dati forniti dal Centro nazionale sangue - non si registrano infezioni di Epatite C o Hiv dovute a emotrasfusioni.
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