La forchetta solo dopo la foto
il cibo finisce prima sui social

La forchetta solo dopo la foto il cibo finisce prima sui social
di Mauro Evangelisti
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Sabato 18 Gennaio 2020, 00:05
Su Instagram ci sono 216 milioni di fotografie con l’hashtag #foodporn. No, state sbagliando: non riproducono ciò che pensate voi, ma sono una infinita rassegna di pizze, cappelletti, pad thai, sashimi, taco, piatti di cucina sofisticata molecolare o piatti di cucina cialtrona al microonde. Anche gli hashtag che richiamano l’esperienza a tavola di chi viaggia o vive a Roma non scherzano: #foodroma ha 63,3 milioni di foto, #romafood quasi 65. Ma la domanda è un’altra: quando abbiamo cominciato a fotografare i piatti che ci vengono serviti ai ristoranti? Lo facciamo più spesso quando siamo turisti e decidiamo che dobbiamo condividere con il mondo l’immagine della molto turistica paella mangiata a Ibiza o dell’aragosta rimediata a Varadero. E soprattutto: 30 anni fa io cosa avrei pensato del “me stesso del futuro”, del 2020, che prima di armarsi di forchetta e coltello, estrae lo smartphone e scatta una foto? Ne avremmo riso e non lo avremmo ritenuto possibile, oggi spesso lo viviamo come un passaggio necessario per fermare l’attimo, perché quello è il nostro grande problema, fermare il tempo, soprattutto nei momenti più belli che non di rado coincidono con cibo e viaggi. E c’è anche chi, influencer del cibo, è riuscito a crearsi una reputazione, milioni di follower e legittimi profitti. Insomma, c’è chi ci mangia.


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