Ma all'arrivo sul palco del regista Graham Vick la platea si è scatenata in una serie di fischi e “buu”, nonostante parte del pubblico della Vitrifrigo Arena, soprattutto giovanile, abbia continuato ad applaudire, seppure timidamente anche dopo la chiusura del sipario.
A non convincere i tradizionalisti è stata soprattutto la sovrabbondanza di simboli nell'allestimento che, nelle intenzioni di Vick, doveva liberare l'opera dalle pomposità orientaleggianti della sua origine per ridurla a un intimo colloquio tra i protagonisti, giustificato dal continuo susseguirsi di duetti che animano la partitura, eseguita in versione integrale.
Repliche il 14, 17 e il 20.
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