In 25 tracce il doppio album raccoglie hit come “Charlie Big Potato” e “Hedonism”, brani graffianti come “Little Baby Swastikkka” e “Intellectualise My Blackness”, registrati dal vivo dal 2007 a oggi, comprese tre canzoni incise a Milano, Taormina e Rimini.
L'idea è catturare lo spirito di una band che vive ancora sulla strada: «La gente viene a sentire noi che cantiamo e suoniamo, non cose finte - spiega Skin, che anticipa anche parte del nuovo show -. Non ci saranno solo hit, ma anche canzoni inedite e canzoni vecchie mai suonate dal vivo».
La band passerà dall'Italia a luglio: il 4 alla Palazzina di Stupinigi a Nichelino (Torino), il 5 all'Arena Parco Nord di Bologna, il 7 al Rugby Sound di Legnano (Milano) e l'8 all'Auditorium Parco della Musica per Rock in Roma.
L'anniversario permette alla band di riflettere sul proprio percorso («Abbiamo sempre sperimentato, a costo di sbagliare, ma ora siamo più maturi», dice Skin) e sul panorama sociale e musicale: «Oggi il rock e la musica con messaggi radicali non sono scomparsi - dice Ace - Bisogna cercare più a fondo gruppi come Sleaford Mods e Idles: la nostra fortuna è stata aver raggiunto il mainstream con simili messaggi».
«La musica inglese è sempre più borghese, all'establishment non piace la musica politica, infatti non piacevamo neanche noi - aggiunge Skin - Oggi mi fa tristezza pensare che brani come “Yes It's Fucking Political” e “Selling Jesus” siano ancora rilevanti, o addirittura più di prima, anche qui in Italia: siamo in un periodo preoccupante per l'ascesa dell'estrema destra razzista, mi disgusta.
Quanto all'Inghilterra, Brexit ci farà tornare indietro, e la cosa peggiore è che si fonda su un sentimento di razzismo. Spero in un secondo referendum, perché il primo è stato fatto sulla base di menzogne».
© RIPRODUZIONE RISERVATA