Banca mondiale, i bond sostenibili con tripla A

Michele Montefiori, senior financial officer e responsabile per il mercato italiano della Banca mondiale
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Domenica 28 Ottobre 2018, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 17:18
Obbligazioni per finanziare progetti di sviluppo sostenibile. Sono i titoli emessi dalla Banca mondiale, fondata nel 1944 con lo scopo iniziale di sostenere la ricostruzione dell'Europa distrutta dalla Seconda guerra mondiale. Mettono insieme un rating tripla A, il voto massimo per l'affidabilità di un emittente, a un investimento socialmente responsabile. «La Banca mondiale è un ente che ha nel dna l'elemento dello sviluppo sostenibile in una visione di lungo termine - spiega Michele Montefiori, senior financial officer e responsabile per il mercato italiano dell'istituto -. La sua missione si può sintetizzare con due obiettivi: combattere la povertà e sostenere una prosperità condivisa». Ma l'idea è anche utilizzare le emissioni obbligazionarie per sollevare l'attenzione degli investitori sulle tematiche riguardanti lo sviluppo sostenibile.

La raccolta non è però direttamente legata a un progetto specifico. «Usiamo un sistema più flessibile perché l'investitore vuole avere come rischio di credito quello della banca, non della finanza di progetto che è molto diversa, con un orizzonte temporale più lungo e un profilo di rischio più alto - prosegue Montefiori -. Non si può creare un legame rigido fra raccolta e progetto finanziato. Anche perché l'istituto deve sostenere tutti i progetti di sviluppo, non solo quelli che l'investitore può preferire in un determinato momento. La banca deve finanziare progetti legati per esempio al clima, alla salute, alle infrastrutture, all'educazione. In questo modo a livello di rischio finanziario l'investitore ha a che fare solamente con noi, ma utilizza questo strumento anche per sensibilizzare l'opinione pubblica e la comunità finanziaria».

Le emissioni della Banca mondiale sono di vario tipo: dai "catastrophe bond", prodotti volti a coprire il rischio che si verifichi una catastrofe naturale, per esempio un terremoto in un determinato paese, a emissioni per coprire il rischio di emergenze pandemiche come Ebola, o una improvvisa esplosione di un virus. «Queste obbligazioni ci permettono di avere delle risorse da dare immediatamente al paese colpito dalla crisi - continua Montefiori -. Per contro l'investitore accetta il rischio che parte del suo investimento non venga restituito. Nel caso l'evento si verifichi noi siamo autorizzati a dare i soldi investiti, tutti o in parte, al paese che deve affrontare l'emergenza. Ovviamente il rischio viene compensato con un ritorno più alto. Ma questi sono prodotti per investitori istituzionali, come le assicurazioni».

«Per il mercato retail, per i piccoli investitori, ci sono emissioni con cedole costanti annuali e rimborso al 100 per cento del capitale, oppure leggermente strutturate. Questo serve per incrementare il ritorno, a dare una cedola potenzialmente più alta. Per esempio - sottolinea Montefiori - ci sono obbligazioni legate all'andamento del mercato azionario o delle materie prime o a determinati indici di mercato». 

«Perché scegliere una obbligazione della Banca mondiale invece di un titolo di Stato italiano? E' una questione di diversificazione - argomenta Montefiori - che è uno degli elementi base della pianificazione finanziaria. I titoli di Stato italiani sono investimenti ottimi. Ma l'esposizione rimane solo sull'Italia, la Banca mondiale permette di avere una esposizione globale con un rating tripla A da parte di tre agenzie di rating. Le nostre obbligazioni - aggiunge - sono meno esposte alla volatilità del mercato e anzi tendono a beneficiare di eventuali turbolenze in quanto considerate investimento sicuro».

L'istituto emette obbligazioni in una cinquantina di monete diverse. L'investitore può decidere così di rischiare un po' di più con delle emissioni in valuta di un paese emergente - quindi soggetta a possibili oscillazioni rispetto all'euro - in cambio di un rendimento più alto. Al momento è più difficile offrire investimenti in euro perché con il rating AAA, nel contesto attuale di tassi, la valuta europea non sarebbe in grado di offrire rendimenti «particolarmente allettanti». La maggior parte delle emissioni sono in dollari.

Le durate dei titoli della Banca mondiale variano da 13 mesi a 20 anni. Quella media, sul portafoglio complessivo dell'istituto pari a 208 miliardi di dollari, è intorno a 5 anni. Le obbligazioni sono quotate sul Mot, il mercato italiano dei titoli di Stato, e tassate come i Bot al 12,5%. 
j.o.

 
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