Dopo una breve sosta al palazzo di giustizia di Grenoble, ha guidato magistrati e gendarmi fino al luogo in cui aveva seppellito la piccola, nel mezzo di un bosco del Massif de la Chartreuse. Dopo ore di ricerche, grazie anche all'ausilio di mezzi spalaneve e cani specializzati, gli inquirenti hanno rinvenuto «il cranio e alcune ossa» di Maelys, ha riferito il procuratore di Grenoble, Jean-Yves Coquillat, nella conferenza stampa che ha seguito la confessione shock dell'assassino. Ancora ignare le circostanze della morte che il diretto interessato è chiamato a chiarire nei prossimo giorni. Prima di nascondere il corpicino della vittima in quel luogo remoto delle Prealpi, Lelandais l'aveva depositato nelle vicinanze di casa, tornando come se nulla fosse al matrimonio. Un minuto dopo la scomparsa di Maelys, durante la festa di nozze, il suo cellulare veniva messo in 'modalità aereò, poi una videocamera filmava la sua auto che lasciava il parcheggio del locale. Al fianco del guidatore, disse a suo tempo il procuratore, si «vedeva una persona dalla forma sottile, in un abito bianco».
Poco meno di un'ora dopo, la stessa videocamera riprendeva l'auto di ritorno verso la festa, in senso inverso, ma al posto del passeggero la sottile silhouette non c'era più.
Nella sua confessione, l'uomo ha evocato una morte «involontaria», presentando improbabili «scuse» alla piccola uccisa e ai genitori. Il trentaquatrenne appassionato cinofilo sospettato di omicidi seriali è indagato anche per la scomparsa di Arthur Noyer, un caporale di 23 anni sparito e di cui è stato ritrovato il cranio lo scorso settembre a Montmelian, a 15 chilometri da Chambery, al confine con l'Italia. Nelle ultime ore, era stato lui stesso a chiedere di potersi esprimere su Maelys in presenza del suo avvocato e dei giudici incaricati dell'inchiesta dopo un primo interrogatorio il 30 novembre scorso. Visibilmente commosso, il procuratore ha chiesto ai giornalisti presenti il massimo riserbo per la vittima e i suoi genitori distrutti dal dolore.
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