In Thailandia scatta la legge marziale: oscurate alcune emittenti televisive

In Thailandia scatta la legge marziale: oscurate alcune emittenti televisive
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Martedì 20 Maggio 2014, 19:58 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 11:27
L'esercito thailandese ha decretato la legge marziale nel Paese asiatico, al centro di nuove proteste e disordini dopo la recente destituzione della premier Yingluck Shinawatra. Lo riferisce la tv locale.

Le forze armate - per bocca di un'emittente da loro controllata - dicono di voler «restaurare la pace e l'ordine pubblico», dopo i 28 morti e le centinaia di feriti degli ultimi scontri di piazza, e negano che l'iniziativa sia la premessa di un nuovo colpo di stato in Thailandia.



La settimana scorsa, sull'onda di un attentato costato a Bangkok tre morti e una ventina di feriti, l'esercito thailandese aveva peraltro minacciato d'intervenire «con tutte le forze» se la crisi politica non fosse rientrata, come aveva avvertito il capo di stato maggiore, generale Prayuth Chan-ocha. L'ultimo putsch militare nel Paese risale al 2006, quando gli uomini in divisa intervennero direttamente per rovesciare l'allora primo ministro, il controverso magnate Thaksin Shinawatra. Dal suo auto-esilio, Thaksin è poi rimasto il finanziatore del partito di governo; ma sua sorella Yingluck, diventata a sua volta premier, è stata destituita due settimane fa per abuso di potere dalla Corte costituzionale, in quello che i suoi sostenitori considerano un «golpe giudiziario».



L'esercito thailandese ha tolto oggi le antenne a dieci canali televisivi accusati di «distorcere l'informazione» e «aggravare il conflitto». Tra le tv a cui è stata interdetta la trasmissione figurano il canale satellitare BlueSky vicino all'opposizione e i pro-governativi AsiaUpdate e Udd.



La protesta degli oppositori. Nel frattempo non demorde tuttavia neppure la protesta degli oppositori del magnate, in corso da novembre con l'obiettivo di «estirpare il regime Shinawatra» e che da mesi chiede un governo di suo gradimento nominato del Senato, senza nascondere simpatie monarchiche e per le forze armate. Dal 1932 i militari sono stati all'origine di 18 colpi di stato in Thailandia.



Le elezioni. Il primo ministro ad interim thailandese Niwattumrong Boonsongpaisan propone che le elezioni legislative si tengano il 3 agosto. La consultazione, che la sua parte politica pensa di poter vincere, erano previste per il 20 luglio, ma dal momento che tra l'annuncio delle elezioni e il loro svolgimento devono passare due mesi, uno slittamento della data è inevitabile. Il premier non ha il potere di indire le elezioni.



Il personaggio. Alla guida dell'esercito thailandese sin dall'ottobre 2010, il generale Prayuth Chan-Ocha, 60 anni, aveva cercato finora di tenere l'esercito fuori dalle tensioni politiche che agitano il suo paese. Ora che ha proclamato la legge marziale ha imboccato una strada impervia che potrebbe imporgli scelte difficili, malgrado abbia dichiarato che il suo non è un golpe ma solo un intervento per prevenire ulteriori violenze e facilitare una soluzione politica dopo sei mesi di massicce proteste anti governative. La legge marziale assegna all'esercito il controllo della sicurezza, lasciando in carica il governo ad interim per le altre funzioni.



Ma gli osservatori si chiedono ora se Prayuth sosterrà la nomina di un nuovo primo ministro da parte del Senato, per realizzare riforme prima del voto, come chiede l'opposizione, oppure promuoverà nuove elezioni al più presto, come chiede il governo. Fedele al re, il generale non è certo un sostenitore di Thaksin Shinawatra, l'ex primo ministro che di fatto, dal suo esilio a Dubai, guida il partito Pheu Thai al governo. L'esercito aveva rovesciato con un golpe il secondo governo Thaksin nel settembre 2006, ma un partito vicino al miliardario populista ha poi vinto le elezioni nel dicembre 2007 dopo un deludente governo di tecnocrati scelti dai militari.



Da allora l'esercito ha cercato di evitare di immischiarsi in politica, sottolineando il suo ruolo nel mantenimento della sicurezza e negli interventi umanitari, come il soccorso alle vittime delle devastanti inondazioni dell'ottobre-novembre 2011, uno dei trionfi di Prayuth. L'esercito è però stato anche protagonista della repressione del 2010 contro gli attivisti antigovernativi delle 'camicie rossè che chiedevano il ritorno di Thaksin, repressione che costò 92 morti nelle strade di Bangkok. Allora Prayuth era il braccio destro del capo dell'esercito, generale Anupong Poajunda, e comandava i reparti responsabili dell'ordine nella capitale.



Il generale, che il 30 settembre dovrebbe andare in pensione, fa parte dell'establishment thailandese, ostile al miliardario populista Thaksin, sostenuto invece dai contadini del nord del paese. La legge marziale riporta l'esercito al centro della scena, ma non è chiaro se ciò favorirà la composizione del conflitto politico che da anni divide la Thailandia, come Prayuth sostiene di voler fare.
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