Francesco sbarca in Terra Santa. «Prepariamo la strada per la pace»

Francesco sbarca in Terra Santa. «Prepariamo la strada per la pace»
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Sabato 24 Maggio 2014, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 10:26

Una grande ovazione ha accolto l'ingresso di Papa Francesco all'International Stadium di Amman. Nello stadio, gremito da 40mila fedeli, Bergoglio ha celebrato una messa e ha impartito la prima comunione a 1400 bambini.

La diversità non deve essere motivo di ostacolo e di rifiuto. È il monito di Papa Francesco nel corso della messa celebrata nello stadio, prima tappa del breve ma intenso pellegrinaggio, alla quale partecipano numerosi rifugiati cristiani provenienti dalla Palestina, dalla Siria e dall'Iraq. «La diversità di persone e di pensiero - è l'esortazione del Papa - non deve provocare rifiuto e ostacoli, perché la varietà è sempre arricchimento. Pertanto, oggi, invochiamo con cuore ardente lo Spirito Santo, chiedendogli di preparare la strada della pace e dell'unità». Il Papa ricorda:«qui ci troviamo non lontano dal luogo in cui lo Spirito Santo discese con potenza su Gesù di Nazareth, dopo che Giovanni lo ebbe battezzato nel fiume Giordano. Dunque il Vangelo di questa domenica, e anche questo luogo nel quale grazie a Dio mi trovo pellegrino, ci invitano a meditare sullo Spirito Santo, su ciò che Egli compie in Cristo e in noi, e che possiamo riassumere in questo modo: lo Spirito compie tre azioni: prepara, unge e invia». Ebbene, dice il Papa, «i diversi interventi dello Spirito Santo fanno parte di un'azione armonica, di un unico progetto divino d'amore. La missione dello Spirito Santo, infatti, è di generare armonia - Egli stesso è armonia - e di operare la pace nei differenti contesti e tra soggetti diversi».

Il Papa indica un'altra caratteristica: «lo Spirito Santo unge. Ha unto interiormente Gesù, e unge i discepoli, perchè abbiano gli stessi sentimenti di Gesù e possano così assumere nella loro vita atteggiamenti che favoriscono la pace e la comunione. Con l'unzione dello Spirito, la nostra umanità viene segnata dalla santità di Gesù Cristo e ci rende capaci di amare i fratelli con lo stesso amore con cui Dio ci ama. Pertanto, - esorta - è necessario porre gesti di umiltà, di fratellanza, di perdono, di riconciliazione. Questi gesti sono premessa e condizione per una pace vera, solida e duratura. Chiediamo al Padre di ungerci affinché diventiamo pienamente suoi figli, sempre più conformi a Cristo, per sentirci tutti fratelli e così allontanare da noi rancori e divisioni e amarci fraternamente». E infine, dice Bergoglio, «lo Spirito Santo invia. Gesù è l'inviato, pieno dello Spirito del Padre. Unti dallo stesso Spirito, anche noi siamo inviati come messaggeri e testimoni di pace. Quanto bisogno ha il mondo di messaggeri di pace - aggiunge a braccio - di testimoni di pace: è una necessità che il mondo ci chiede».

La pace non si può comprare, va costruita con pazienza. Lo ricorda il Pontefice celebrando la messa nello stadio internazionale di Amman alla presenza dei rifugiati. «La pace non si può comperare: essa è un dono da ricercare pazientemente e costruire artigianalmente mediante piccoli e grandi gesti che coinvolgono la nostra vita quotidiana. Il cammino della pace - dice Francesco - si consolida se riconosciamo che tutti abbiamo lo stesso sangue e facciamo parte del genere umano; se non dimentichiamo di avere un unico Padre celeste e di essere tutti suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza». E con questo spirito che il Papa abbraccia tutti i presenti: «Il patriarca, i fratelli vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate, i fedeli laici, i tanti bambini che oggi ricevono la Prima Comunione (sono 1400, ndr) e i loro familiari. Il mio cuore si rivolge anche ai numerosi rifugiati cristiani provenienti dalla Palestina, dalla Siria e dall'Iraq: portate alle vostre famiglie e comunità il mio saluto e la mia vicinanza. Cari amici - ammonisce Bergoglio - lo Spirito Santo è disceso su Gesù presso il Giordano e ha dato avvio alla sua opera di redenzione per liberare il mondo dal peccato e dalla morte. A lui chiediamo di preparare i nostri cuori all'incontro con i fratelli al di là delle differenze di idee, lingua, cultura, religione; di ungere tutto il nostro essere con l'olio della sua misericordia che guarisce le ferite degli errori, delle incomprensioni, delle controversie; di inviarci con umiltà e mitezza nei sentieri impegnativi ma fecondi della ricerca della pace. Amen!».

Il Papa accolto dai reali di Giordania. Ad accogliere il Pontefice all'aeroporto di Amman è stato il principe Ghazi bin Muhammad, membro della famiglia reale. La Giordania «presta generosa accoglienza a una grande quantità di rifugiati palestinesi, iracheni e provenienti da altre aree di crisi, in particolare dalla vicina Siria, sconvolta da un conflitto che dura da troppo tempo», ha sottolineato papa Francesco al palazzo reale di Amman di fronte a re Abdullah e la regina Rania aggiungendo che «tale accoglienza merita la stima e il sostegno della comunità internazionale». La Chiesa, ha poi detto, «vuole impegnarsi nell'assistenza ai rifugiati e a chi vive nel bisogno, soprattutto tramite Caritas Giordania».

Rispetto per i musulmani. Papa Francesco ha espresso il suo «rispetto e la sua stima per la comunità musulmana», apprezzando il ruolo di guida svolto da re Abdullah II «nel promuovere una più adeguata comprensione delle virtù proclamate dall'Islam e la serena convivenza tra i fedeli delle diverse religioni». Ha anche ringraziato il Paese per aver «incoraggiato diverse importanti iniziative a favore del dialogo interreligioso per la promozione della comprensione tra ebrei, cristiani e musulmani».

Cristiani in Giordania. Francesco ha rivolto «un saluto carico di affetto alle comunità cristiane» del Paese, che «offrono il loro contributo per il bene comune della società nella quale sono pienamente inserite». E ha osservato che esse, pur minoritarie, «possono professare con tranquillità la loro fede, nel rispetto della libertà religiosa, che è un fondamentale diritto umano e che auspico vivamente - ha detto - venga tenuto in grande considerazione in ogni parte del Medio Oriente e del mondo. I cristiani si sentono e sono cittadini a pieno titolo ed intendono contribuire alla costruzione della società insieme a loro concittadini musulmani, offrendo il proprio specifico apporto», ha aggiunto il Pontefice.

Pace in Siria. È «necessaria e urgente una soluzione pacifica in Siria sconvolta da un conflitto che dura da troppo tempo». Papa Francesco, lancia un appello affinché si faccia tutto il possibile per trovare una soluzione pacifica alla crisi siriana. «Mentre con dolore constato la permanenza di forti tensioni nell'area medio-orientale, ringrazio le autorità del Regno per quello che fanno e incoraggio a continuare ad impegnarsi nella ricerca dell'auspicata durevole pace per tutta la Regione; a tale scopo - è l'auspicio espresso da Bergoglio - si rende quanto mai necessaria e urgente una soluzione pacifica alla crisi siriana, nonché una giusta soluzione al conflitto israeliano-palestinese». Papa Francesco ricorda di essere il quarto Pontefice in pellegrinaggio in Terra Santa: «Ringrazio Dio di poter visitare il Regno Hascemita di Giordania, sulle orme dei miei predecessori Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e ringrazio Sua Maestà il Re Abdullah II per le sue cordiali parole di benvenuto, nel vivo ricordo del recente incontro in Vaticano. Estendo il mio saluto ai membri della famiglia reale, al governo e al popolo della Giordania, terra ricca di storia e di grande significato religioso per l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam». Il Papa ricorda l'accoglienza prestata: «Questo Paese presta generosa accoglienza a una grande quantità di rifugiati palestinesi, iracheni e provenienti da altre aree di crisi, in particolare dalla vicina Siria, sconvolta da un conflitto che dura da troppo tempo. Tale accoglienza - dice il Papa - merita la stima e il sostegno della comunità internazionale. La Chiesa Cattolica, secondo le sue possibilità, vuole impegnarsi nell'assistenza ai rifugiati e a chi vive nel bisogno, soprattutto tramite Caritas Giordania».

Re Abdallah. «Le comunità arabe cristiane sono parte integrante del Medio Oriente». Lo ha detto re Abdallah di Giordania nel discorso di benvenuto a Papa Francesco ad Amman, sottolineando l'esigenza di difendere la convivenza e il «rispetto reciproco» tra diverse fedi nella regione. Abdallah ha ricordato di avere ospitato l'anno scorso ad Amman una conferenza sui cristiani del Medio Oriente durante la quale ha affermato la necessità di proteggere «l'identità storica» dei cristiani dei Paesi arabi.

Sono diecimila i poliziotti in divisa e in borghese impiegati oggi in Giordania nell'imponente servizio di sicurezza per la visita di Papa Francesco. Nel pomeriggio sono circa trentamila i fedeli attesi per la Messa allo Stadio Internazionale di Amman. Tra di loro vi saranno anche molti cristiani arrivati per l'occasione dal vicino Libano e anche dall'Iraq.

Il tweet. Durante il volo il Papa ha twittato un messaggio ai fedeli: «Cari amici, vi chiedo di accompagnarmi con le vostre preghiere nel mio pellegrinaggio in Terra Santa».

Papa Francesco è atteso da una tre giorni di pellegrinaggio in Terra Santa che si concluderà il 26 maggio. La cerimonia di benvenuto in Giordania avverrà al Palazzo Reale con il Re Hussein e la Regina; dopo l'incontro con le autorità è previsto il primo discorso del Papa. Nel pomeriggio, la celebrazione della messa all'International Stadium con l'omelia di Bergoglio. Quindi, la visita alle 19 al sito del battesimo di Gesù a Betania sulle sponde del fiume Giordano e a seguire il discorso del Papa che incontra i rifugiati e i disabili nella Chiesa Latina. Francesco lascerà la Giordania nella mattinata di domani, diretto in Palestina e nel pomeriggio in Israele, da dove ripartirà lunedì sera, per far rientro in Vaticano.

Messaggio di Francesco a Napolitano. «Nel momento in cui mi accingo a compiere il mio pellegrinaggio in Terra Santa, a cinquant'anni dallo storico viaggio del venerabile Paolo VI, al fine di pregare per la giustizia e la pace e per incoraggiare il dialogo ecumenico e interreligioso, desidero rivolgere a lei, signor presidente, e al popolo italiano il mio cordiale saluto, che accompagno con sinceri auspici per il bene spirituale e sociale della diletta Italia». È il testo del telegramma inviato da Papa Francesco al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al momento della partenza per il viaggio in Terra Santa.

Napolitano. «Sono certo che il suo pellegrinaggio sarà foriero di un messaggio di speranza per tutti coloro che si impegnano a portare pace e stabilità in quella terra cui anche l'Italia è legata da importantissimi vincoli storici e religiosi». È quanto scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio inviato a Papa Francesco in occasione della sua partenza per la Terra Santa.

«Santità, desidero farle pervenire il mio più sincero ringraziamento per il messaggio che ha voluto indirizzarmi in occasione della sua partenza per il pellegrinaggio in Terra Santa. L'intera comunità internazionale - afferma Napolitano - guarda con grandissima attenzione a questa sua missione in una terra attraversata da tensioni profonde e che tanto rappresenta nella storia e per il mondo intero. Sono certo che il suo pellegrinaggio sarà foriero di un messaggio di speranza per tutti coloro che si impegnano a portare pace e stabilità in quella terra cui anche l'Italia è legata da importantissimi vincoli storici e religiosi. Nell'augurarle pieno successo per la sua missione, mi è gradito, Santità, rinnovarle i sensi della mia profonda stima e amicizia», si conclude il messaggio del presidente della Repubblica.

Allarme sicurezza. In Giordania le truppe sono in stato d'allerta al confine settentrionale con la Siria e l'area del Sito del Battesimo sul Giordano già chiusa ai visitatori. Il Papa resterà nel Paese fino a domenica, quando partirà alla volta di Betlemme.

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