Papa in Terra Santa, l'appello per i profughi: «In Medioriente troppi anni di guerre»

Papa in Terra Santa, l'appello per i profughi: «In Medioriente troppi anni di guerre»
2 Minuti di Lettura
Sabato 24 Maggio 2014, 14:50 - Ultimo aggiornamento: 15:02
Dal nostro inviato Franca Giansoldati

Damasco - ​Il suo cuore è per i milioni di esuli siriani, palestinesi e iracheni che riempiono troppi campi profughi in Giordania. Pace, pace, pace.



Papa Francesco atterra ad Amman con l'aereo dell'Alitalia, accolto con calore dal principe Gazi, il fratello del re, responsabile del dialogo interreligioso. I sovrani ashemiti hanno deciso di aspettarlo a palazzo visto che il suo tempo a disposizione è troppo limitato e, proprio per questo, prima di partire ha chiesto ai sovrani di concentrare la cerimonia di benvenuto nella dimora reale. Lì è stato abbracciato e baciato dal Re Abdallah e dalla regina Rania, assieme ai quattro figli. “Benvenuto in Giordania, terra di pace e di armonia tra cristiani e musulmani, e patria di profeti e santi”. La guerra in Siria “dura da troppo tempo”.



Il Papa ha preso subito la parola chiedendo che sia trovata una soluzione “pacifica alla crisi siriana, nonché una soluzione al conflitto israeliano e palestinese”. In questi mesi Francesco si è tenuto in stretto contatto con il Patriarcato Latino che gli ha fornito puntuale le cifre orribili della guerra, la crescita dei profughi, la disperazione di famiglie senza la propria casa. Negli ultimi quattro anni si sono registrati 600 mila rifugiati siriani ai quali bisogna sommare i 700 mila siriani che vivevano già prima in Giordania, pari al 20 per cento della popolazione. Solo nel campo di Zakdhtumi, nel nord est del Paese, si concentrano circa 200 mila siriani. Nel mese di aprile c'è stato un picco e il governo ha aperto vicino ad Amman, ad Azrakj, un campo avente con una capacità per 130 mila rifugiati in più. Difficile quantificare, invece, i profughi iracheni ma, secondo stime ufficiali, si calcola siano oltre il milione. “Questo Paese presta una generosa accoglienza”.



In volo Francesco ha salutato i 70 giornalisti provenienti da tutto il mondo a bordo del velivolo. Li ha ringraziati uno ad uno per il lavoro svolto e per il viaggio in Terra Santa. Non sono mancate battute, risate, selfie e persino qualche regalo: una copia del 1964 della Domenica del Corriere. Sulla copertina era raffigurato lo storico abbraccio tra Paolo VI e il patriarca Atenagora; e un libro di poesie su Dio. “La poesia aiuta il cuore a volare come una farfalla, e a dare un futuro al nostro passato”
© RIPRODUZIONE RISERVATA