Sara, studentessa di Pofi
"Io nell'inferno di Bruxelles"

Sara, studentessa di Pofi "Io nell'inferno di Bruxelles"
di ELENA PITTIGLIO
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Mercoledì 23 Marzo 2016, 18:09
“Stavo salendo i primi tre gradini, quando è diventato, improvvisamente, buio. Tutto buio. L’aria è diventata irrespirabile. Piena di polveri. Non ho sentito l’esplosione. In quel momento c’era il panico totale”. E’ il racconto che Sara Ricci, la giovanissima di Pofi  salvatasi dall’attentato kamikaze della metropolitana di Maelbeek, ha rilasciato a Il Messaggero Frosinone. La giovane ciociara, che si trova in Belgio per un progetto di Erasmus Placement, lavora in una ONG in Rue de Trèves, proprio nelle vicinanze della stazione. Come ogni mattina è scesa alla fermata di Maelbeek. “Viaggiavo – riferisce – nel primo vagone”. Sara, ancora studentessa in Relazioni Internazionali alla Luiss, tra la confusione generale è riuscita a fuggire e a mettersi in salvo raggiungendo in pochissimi minuti l’ufficio, dove è rimasta tutto il giorno. Soltanto nel tardo pomeriggio, quando la situazione si è un po’ normalizzata è rientrata a casa. “Ora – ha detto nella serata di martedì appena rincasata -  sto meglio. Per  tutta la giornata sono stata sotto shock”. Pensi di ritornare in Italia? “No. Per ora rimango a Bruxelles per finire il progetto Erasmus”. Sono tanti i ciociari che motivi di studio e di lavoro si trovano nella capitale belga. A Bruxelles si trovano diversi giovani laureati dell’università di Cassino e del Lazio Meridionale, impegnati nel progetto regionale Torno Subito. Il progetto consente di effettuare uno stage formativo in enti o aziende in Italia o all’estero. Tra questi Giulia, originaria di Sora, che lavora a pochi passi dalla stazione della metropolitana Schuman. Con lei c’è il fidanzato Davide Buttarazzi  di Monte San Giovanni Campano. Laureato in Economia, è un dottorando di ricerca dell’università di Cassino. A Bruxelles svolge un’attività di studio e ricerca in Statistica presso l’ateneo di Leuven. “Abbiamo avuto paura” riferiscono. E poi c’è Alessandro Rossi originario di Atina, dipendente della Commissione Europea. “Abbiamo visto – dice - scene raccapriccianti”.   
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