Smog nella Valle del Sacco, verso
lo stop ai veicoli diesel euro 3
da novembre e agli euro 4 dal 2020

Smog nella Valle del Sacco, verso lo stop ai veicoli diesel euro 3 da novembre e agli euro 4 dal 2020
di Pierfederico Pernarella
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Giovedì 23 Agosto 2018, 17:45 - Ultimo aggiornamento: 17:56
Stop ai veicoli diesel euro 3 a partire dal novembre di quest’anno, e poi entro il 2020 sarà la volta degli euro 4 e di quelli euro 5 entro il 2025. È questa una delle misure previste dall’accordo di programma che Ministero dell’Ambiente e Regione Lazio stanno per sottoscrivere nell’ambito delle misure per il miglioramento della qualità dell’aria, alla luce anche delle procedure d’infrazione avviate dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia. Nel Lazio le aree critiche, e oggetto della procedura d’infrazione, sono due: l’agglomerato di Roma e la Valle del Sacco.
Lo schema dell’accordo è stato approvato nei giorni scorsi e tra le altre cose riconosce che «l’inquinamento atmosferico ha un significativo impatto sulla salute dei cittadini e sull’ambiente come evidenziato dalla letteratura scientifica dalle linee guida sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità». Quindi tocca correre ai ripari.
La Regione Lazio, per la verità, arriva in ritardo, dal momento che in Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia restrizioni più rigide sono state già adottate già da un paio di anni.

LE NUOVE DISPOSIZIONI
Le novità principali dell’accordo riguardano sopratutto la circolazione dei veicoli più inquinanti. In base all’intesa, infatti, la Regione Lazio s’impegna ad aggiornare il piano della qualità dell’aria prevedendo «una limitazione della circolazione dal 1 novembre al 31 marzo di ogni anno, da applicare entro il 1° novembre 2018, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8,30 alle ore 18,30, per le autovetture ed i veicoli commerciali di categoria N1, N2 ed N3 ad alimentazione diesel, di categoria inferiore o uguale ad “Euro 3”. La limitazione è estesa alla categoria “Euro 4” entro il 1 novembre 2020 ed alla categoria “Euro 5” entro il 1 novembre 2025. La limitazione si applica prioritariamente nei centri urbani con popolazione superiore a 10.000 abitanti presso i quali opera un adeguato servizio di trasporto pubblico locale».

LE AREE INTERESSATE
Queste nuove disposizioni, che la Regione si è impegnata ad adottare al più presto, avranno un impatto non trascurabile sulla provincia di Frosinone. Si tenga presente, ad esempio, che nel capoluogo i diesel euro 3 erano esonerati dai blocchi giornalieri delle targhe alterne. A partire dal novembre di quest’anno non dovrebbe essere più così. Ma l’obiettivo dell’accordo è anche un altro, finora disatteso nell’azione di contrasto all’inquinamento atmosferico: ossia adottare interventi omogenei non solo nei singoli Comuni ma in tutti quelli che rientrano nelle zone di interesse, l’agglomerato di Roma e la Valle del Sacco, alla luce della zonizzazione approvata nel 2016 in cui quasi tutti i Comuni della provincia di Frosinone fanno parte della Classe 1, quella peggiore. L’intesa, infatti, parla espressamente di «interventi comuni» e di «azione coordinata e congiunta».
Se così stanno le cose il divieto di circolazione per i veicoli diesel fino a euro 3 dovranno interessare, oltre al capoluogo, altri nove Comuni della provincia di Frosinone, con una popolazione superiore ai 10mila abitanti: Alatri, Anagni, Cassino, Ceccano, Ferentino, Isola del Liri, Monte San Giovanni Campano, Pontecorvo e Veroli.

AIUTI PER LE ROTTAMAZIONI
Secondo i dati Ispra, aggiornati al 2015, in provincia di Frosinone circa il 70 per cento dei veicoli, diesel e benzina, era euro 3. Si tratta più o meno di veicoli con una decina di anni di vita. L’applicazione del provvedimento che la Regione Lazio si è impegnata ad adottare, quindi, non sarà semplice.
Nell’accordo di programma è prevista anche la concessione nella zona della Valle del Sacco, così come nell’agglomerato di Roma, di appositi contributi per la sostituzione dei veicoli oggetto dei divieti che tra due anni riguarderanno anche i diesel euro 4 e tra sette i diesel euro 5. Si parla poi di promuovere la reazione di stazioni di rifornimento per le auto elettriche, di percorsi ciclo-pedonali, car-sharing e tutta un’altra serie di iniziative volte a favorire una mobilità a basso impatto ambientale. Tutto molto bello, ma con quali soldi? Il Ministero si è impegnato a contribuire con risorse «fino a un massimo di 4 milioni di euro». Il resto dovrà mettercelo la Regione Lazio.
 
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