Missione compiuta. Il Frosinone capolista sbanca Ferrara e rialza la testa dopo l'amaro ko interno contro il Parma (3-4) di venerdì scorso. Il calcio, nella sua giostra vorticosa di emozioni, gioie e delusioni, non sa essere solo spietato. A volte, per una magica combinazione, è anche riconoscente con chi merita la sua stima dando l'anima in campo, anche negli allenamenti. Sa essere gentile e grato con chi non si tira mai indietro e lotta sempre su ogni pallone innescando duelli a raffica, anche se, come può capitare, incappa in qualche giornata storta. E così, il calcio, ha deciso che soltanto un giocatore era il predestinato ad alzare per primo il pugno al cielo nella notte del “Mazza”. Ha scritto il copione del match pensando a lui, a capitan Lucioni, per cancellare le critiche, anche ingenerose, che gli sono piovute addosso dopo la prestazione opaca fornita contro i ducali solo pochi giorni fa. Un venerdì nero.
E la trama è stata rispettata, tanto che a Ferrara è andato in scena il doppio riscatto: quello del Frosinone e quello del difensore centrale che, vestendo i panni del protagonista, è salito nuovamente in cattedra, confermando di essere uno dei perni di questo Frosinone delle meraviglie.
Spal battuta 2-0 sfoderando un'altra prova di concentrazione, determinazione e agonismo, passo falso casalingo archiviato e primato solitario consolidato con 11 punti di vantaggio sulla seconda, il Genoa (fermato sul pari a Cagliari), e 12 sulla terza, il Bari, che ha superato 1-0 il Venezia. Tutto in una notte, con il Frosinone che ritrova se stesso e il suo leader Lucioni. Il sogno continua.
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