Ricariche telefoniche per le foto, si allarga l'inchiesta sul giro di pedopornografia

Ricariche telefoniche per le foto, si allarga l'inchiesta sul giro di pedopornografia
di Marina Mingarelli
3 Minuti di Lettura
Domenica 24 Luglio 2022, 07:06 - Ultimo aggiornamento: 07:14

Scatti a luci rosse per qualche spicciolo o qualche ricarica al telefonino. Così venivano pagati i minori che accettavano di farsi fotografare nudi o in pose che simulavano l'atto sessuale. E' quanto emerso dalle indagini portate avanti dagli inquirenti nell'inchiesta sulla pedo pornografia online nel quale è coinvolto anche un operaio 38enne di Ferentino.

Adesso il fronte si allarga e gli investigatori che hanno fatto il blitz nell'abitazione dell'operaio ciociaro, ritengono di aver trovato materiale interessante.

Le indagini si stanno indirizzando verso l'identificazione dei altri responsabili e nella identificazione di autori della chat, per impedire che eventuali minorenni possano continuare a fornire queste immagini. La cosa agghiacciante che oltre ai minori, vittime di personaggi senza scrupoli, c'erano anche quelli che si facevano le foto con l'autoscatto per racimolare del denaro o ottenere regalie. Le indagini stanno proseguendo con l'ausilio di esperti informatici. Non si esclude che alcuni dei soggetti coinvolti possano aver subìto la sottrazione del proprio profilo che sarebbe stato utilizzato per diffondere le immagini tenendo ovviamente nascosti i veri autori.


La tecnica utilizzata e con la quale si è allargata questa chat consisteva nell'inviare un messaggio ai potenziali utenti. Coloro che avevano questo tipo di abitudine sessuale acquistavano dietro pagamento, quelle foto scottanti. Sul fronte della difesa, nei prossimi giorni si terrà l'interrogatorio dell'operaio di Ferentino che verrà rappresentato dall'avvocato Giampiero Vellucci.

L'inchiesta adesso è finalizzata ad accertare se tra i minori coinvolti ci siano anche dei ragazzini del posto. Non si esclude, come già accennato, che dietro a tutto possa esserci il furto dei profilo di alcuni soggetti. Nello specifico si sta cercando di accertare se coloro che risultano aver avuto contatti con questa chat siano persone ignare alle quali sarebbe invece stato rubato il proprio profilo. Secondo alcune informazioni raccolte sarebbe stato proprio un utente a cui era arrivato un messaggio riguardante l'offerta di materiale pedopornografico a far scattare la denuncia.

Da indagini avviate in seguito dagli investigatori della procura sarebbe emerso che il denunciante aveva subìto un furto del suo profilo. Ignoti avevano utilizzato la sua agenda telefonica per incrementare il mercato della pedo pornografia. Per quanto riguarda la posizione dell'operaio ferentinate, gli investigatori sono ancora al lavoro per esaminare il computer ed i cellulari rinvenuti all'interno della sua abitazione. Come già accennato in precedenza l'inchiesta è partita dalla procura di Catania proprio a seguito della segnalazione di un utente del web.

Le indagini avviate in tal senso hanno portato poi alla chat a pagamento gestita dal ferentinate e da un milanese residente a Pavia. Resta adesso da capire se quel materiale compromettente proveniva dai paesi dell'Est europeo o se invece tra le vittime di questo giro di pedo pornografia siano stati contattati proprio ragazzini del posto.

Per quanto riguarda la posizione dell'operaio di Ferentino, fiducioso di poter dimostrare tramite il suo legale di fiducia, l'estraneità ai fatti contestati, si attendono i risultati degli esami che stanno effettuando i tecnici informatici. L'inchiesta dunque prosegue a ritmo serrato. Anche perché gli investigatori ora dovranno valutare e approfondire tutto il materiale informatico sequestrato nel blitz dei giorni scorsi.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA