Lacci rossi e fiori, a Cassino la marcia contro la violenza sulle donne

Lacci rossi e fiori, a Cassino la marcia contro la violenza sulle donne
di Elena Pittiglio
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Domenica 4 Giugno 2023, 09:33 - Ultimo aggiornamento: 10:19

 

Un laccio rosso come bracciale. Un fiore colorato tra le mani. Così le donne, a cui si sono uniti anche diversi giovani e rappresentanti della comunità domenicana presente a Cassino, hanno percorso qualche centinaio di metri, che separano Parco Baden Powell dal civico 104 di via Pascoli. Un corteo silenzioso ha dribblato le bancarelle del mercato di scarpe per raggiungere, qualche minuto dopo le 12 di ieri, l'ingresso dello stabile dove, sette giorni fa, in un appartamento al secondo piano, è stato rinvenuto il cadavere di Yirelis Pena Santana, la 34enne della Repubblica Domenicana morta dopo essere stata massacrata di botte e accoltellata. Per il femminicidio da lunedì scorso è in carcere il cassinate Sandro Di Carlo, 26 anni, disoccupato, ma proveniente da una famiglia di imprenditori della città.

IL CORTEO

Il corteo e la deposizione di fiori all'ingresso del palazzo, segnati da lacrime e applausi dei partecipanti, sono stati gli ultimi momenti di una lunga mattina iniziata all'interno del Parco Baden Powell.

Per urlare CassiNo dice No alla violenza sulle donne' c'erano tutte: dalle amministratrici di Alatri, Pontecorvo, Settefrati, Falvaterra, Villa Santa Lucia alle donne democratiche, dalle varie associazioni alle operatrici sia sanitarie sia del Centro Antiviolenza e della Casa Rifugio. Al centro del Parco, per tutta la durata, a catturare lo sguardo è stata una sedia bianca su cui sono stati posti diversi bouquet di fiori. «Questa sedia simboleggia la sedia lasciata vuota, nelle proprie case, dalle donne vittime di violenza» ha sottolineato l'assessora alle Pari opportunità Maria Concetta Tamburrini, la quale ha voluto fortemente l'evento. L'incontro ha commemorato sia Yirelis, donna e madre, la quale, per soltanto tre settimane, ha fatto parte della comunità, ma soprattutto ha voluto smuovere le coscienze di tutti sulla violenza. «E' il cuore di Cassino a scendere in campo. Siamo donne, istituzioni, giovani ad urlare la nostra voce. Non è un urlo violento ma un urlo di dissenso. Noi cerchiamo una risposta vera al problema» ha continuato Tamburrini. «Una donna che viene uccisa brutalmente è femminicidio senza se, forse e ma» ha continuato l'assessora. «Cassino vuole ricordare Yirelis, ma anche Giulia Tramontano, la giovane di Milano, e Pierpaola Romano, la poliziotta uccisa a Roma. Sono tre i femminicidi negli ultimi sette giorni» ha riferito il sindaco Enzo Salera che ha, infine, ricordato: «Abbiamo la necessità di rinnovare in ogni minuto il nostro no' alla violenza sulle donne. Cassino è stata la prima città ad aprire una Casa rifugio per le donne vittime di violenza» ha ribadito Salera.

Commovente è stato il momento delle testimonianze, quelle che le donne vittime di compagni e mariti violenti hanno affidato alla voce delle volontarie della Casa Rifugio, presenti insieme alla coordinatrice Elisa Viscogliosi, mentre per il Centro Antiviolenza ha presenziato la presidente Antonella Capaldi. L'emozione è stata tanta anche quando Marcella, una signora del quartiere dove è avvenuto l'omicidio, racconta di aver incontrato Yrelis per strada due giorni prima. «Non la conoscevo. L'ho notata per la sua bellezza e semplicità». A piangere anche la comunità domenicana: «Non la conoscevamo, ma è una di noi». «Non possiamo continuare a voltare la faccia, perché sono morte Yrelis, Giulia e Romina lo scorso anno. Dobbiamo continuare a fare un percorso di formazione in ogni posto» ha dichiarato Elisa Ceccarelli, assessore di Falvaterra.

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