Cassino, Yirelis uccisa: la difesa dell'imputato chiede perizia psichiatrica. I familiari della vittima: «Fiducia nella giustizia»

La corte d'assise presieduta dal giudice Claudio Marcopido a latere Maria Cristina Sangiovanni

La corte d'assise e la vittima
di Vincenzo Caramadre
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Sabato 16 Marzo 2024, 16:28

Yirelis uccisa in casa con quattro coltellate: al via il processo per il presunto assassino. Ieri mattina, davanti alla corte d'assise di Cassino presieduta dal giudice Claudio Marcopido (a latere Maria Cristina Sangiovanni), c'è stata la prima udienza a carico di Sandro Di Carlo, il 27enne di Cassino accusato dell'assassino della dominicana di 34 anni, Yirelis Pena Santana, freddata il 31 maggio 2023 in un appartamento di via Pascoli a Cassino. Una prima udienza nel corso della quale la difesa dell'uomo - rappresentata dagli avvocati Sandro Salera, Vittorio Salera e Alfredo Germani - è subito passata all'attacco con la richiesta di perizia psichiatrica collegiale. «C'è una evidente esigenza processuale da chiarire, prima di ogni altra questione, ed è la capacità d'intendere e di volere del nostro assistito», hanno spiegato i legali. Argomentando, poi, con due elementi: una sentenza del tribunale di Cassino, per altri fatti, risalente al 2022 con la quale è stata dichiarata la parziale incapacità del ragazzo e le risultanze mediche e scientifiche a supporto della pregresse patologie. C'è stata, quindi, la richiesta di nomina di un collegio peritale, non opposta dal pubblico ministero Alfredo Mattei (che ha coordinato le indagini ed è titolare del caso in corte d'assise), il quale si è associato. Al giudizio dinanzi alla corte d'assise, come ben noto, si è arrivati dopo il rigetto da parte del Gip del rito abbreviato condizionato, sempre ad una perizia psichiatrica, perché al 27enne viene contestato l'omicidio aggravato dai futili motivi.

Per cui la difesa, anche in apertura di corte d'assise, ha insistito sulla rinnovazione dell'accertamento di medicina legale e il presidente della corte, il giudice Marcopido ha chiarito che si deciderà alla prossima udienza, il 12 aprile. Ma se sul fronte della difesa il confronto in aula è stato ampio e articolato, non si può dire altrettanto della richiesta di costituzione delle parti civili: ammessa quella relativa alla madre a all'Associazione "Insieme a Marianna" (rappresentata dall'avvocato Licia D'Amico) è stata accolta anche la costituzione dei tre figli della donna che vivono con il padre a Santo Domingo. La richiesta avanzata dall'avvocato Marco Rossini che già assiste la nonna dei ragazzi è stato sostenuta dal pm Mattei. La difesa si è opposta, ma la corte ha deciso all'istante, accogliendola, appunto.

I PARENTI

Tanta la commozione tra i parenti della 34enne presenti in aula, c'erano la madre e le cugine. «Abbiamo estrema fiducia nella giustizia italiana, lo abbiamo detto il giorno del funerale. Vogliamo che giustizia sia fatta e speriamo che il colpevole paghi», ha spiegato la cugina Coralia. Poi ha aggiunto: «Vogliamo solo giustizia perché la nostra famiglia è stata distrutta. La nostra Yirel aveva tre figli di 18, 15 e 9 anni. Sono orfani, vivono con il padre a Santo Domingo nel perenne dolore: soffrono per l'assenza della loro madre. La famiglia Santana chiede che un crimine così orrendo non può rimanere senza un colpevole». Presente in tribunale a Cassino anche il rappresentante della repubblica dominicana. «Siamo in tribunale a Cassino per dare un supporto morale alla famiglia colpita da questo grave fatto di sangue. Sappiamo che c'è la legge che si dovrà occupare del caso, quindi, noi siamo qui solo per la famiglia», ha spiegato Giovanni Ernandes incaricato amministrativo della Repubblica dominicana.
 

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