Bruciata l'auto di un giornalista: «I miei articoli sui pascoli danno fastidio»

Bruciata l'auto di un giornalista: «I miei articoli sui pascoli danno fastidio»
di Roberta Pugliesi
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Martedì 19 Luglio 2022, 08:03

Inquietante episodio nella notte ad Altipiani di Arcinazzo: bruciata l'auto della compagna del giornalista Francesco Digiorgio. Il rogo è divampato alle 2:30, il veicolo era parcheggiato sotto la finestra della camera da letto dei due. Il fuoco è stato innescato da una miccia con della benzina tanto che le fiamme partivano dal cancello arrivando fin sotto l'utilitaria (alimentata a Diesel), creando una lunga scia di fuoco, indizio inequivocabile dell'azione umana. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco che hanno provveduto a spegnere il rogo.

Digiorgio si è recato presso la Questura di Frosinone per sporgere denuncia ed avanzare anche qualche sospetto.

Quanto accaduto, infatti, potrebbe essere legato alla sua attività giornalistica e in particolare all'inchiesta che sta portando avanti da anni sulla fida pascolo e sul bestiame che circola senza controllo su strade e campi in tutto il territorio.

«Non ho prove per dirlo e non voglio accusare nessuno in modo particolare ma credo che questo attentato sia avvenuto a seguito dei miei articoli contro il bestiame vagante. Ho una pagina Facebook molto seguita, da 13mila persone. Proprio l'altro ieri avevo pubblicato il video di un toro che passeggiava in una piazza commentando che era una situazione da far west».

In più occasioni gli allevatori hanno mostrato dissenso, anche apertamente, nei confronti dei suoi articoli. Si tratta solo di ipotesi. Per le indagini potranno essere anche le telecamere di videosorveglianza poste nei pressi dell'abitazione. Quanto accaduto ha suscitato sgomento nella famiglia del giornalista ed in particolare nella compagna che è in stato di gravidanza.

«Forse chi ha fatto questo pensava di fare una bravata ma non si rende conto che è alla stregua di un tentato omicidio ripreso peraltro dalle mie telecamere di sicurezza. Inoltre, se così pensavano di fermarmi ora sarà anche peggio perché da giornalista minacciato chiederò la scorta finché non saranno puniti i colpevoli di questo atto vile e immondo», ha commentato Digiorgio che è anche il direttore responsabile del giornale online informareh24.it.

LE ALTRE STORIE

Quello della fida pascolo e del bestiame che circola spesso senza controllo su campi e strade è un problema noto in provincia di Frosinone. Basti pensare alla vicenda di Anito il mandriano di Castelliri e di altri allevatori della stessa zona. Era il 2013 quando i terreni vennero interdetti al pascolo e molti rimasero senza un luogo in cui portare le mandrie. Una decisione che scatenò polemiche e contro la quale vennero presentati ricorsi. Il Commissario agli Usi Civici ha poi stabilito la restituzione dei terreni.

Ed ancora la pastora Assunta Valente di San Biagio Saracinisco di recente al centro delle cronache nazionali per le pesanti minacce subite da altri allevatori che non hanno disegnato di danneggiare le sue stalle ed avvelenare alcuni suoi cani, facendole trovare persino teste mozzate di vitelli non distanti dalla sua abitazione. Dal 2019 Assunta subisce intimidazioni. Nella zona in cui lavora c'è infatti una corsa all'accaparramento dei terreni per i fondi Ue destinati ai pascoli.

E come non ricordare anche i gravi episodi con protagonisti alcuni tartufai impegnati in una guerra sulle montagne della Valcomino per il controllo dei boschi e delle aree a tartufo. A rimetterci sono stati ancora una volta gli animali, con cani morti avvelenati tra Alvito e San Donato dopo che erano stati disseminati bocconi killer nei boschi contesi per lanciare un segnale preciso: «Qui non ci dovete venire, è zona mia». Era l'agosto dello scorso anno.

E ancora l'omicidio Capirchio, allevatore di 61 anni, ucciso a ottobre del 2017 con una fucilata e finito con le pietre, il corpo fatto a pezzi, messo in due sacchi e buttati in una cavità a Lenola. Ad ucciderlo un altro pastore, Michele Cialeo di Vallecorsa, reo confesso e condannato dalla Corte d'Assise D'Appello di Roma a 17 anni.
 

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