Violenza sulle donne, al Distretto di polizia Casilino Nuovo una panchina rossa in memoria vittime femminicidio

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di Camilla Mozzetti

Una panchina rossa in memoria della poliziotta Paola Romano ma anche di Giulia Cecchettin e di tutte le altre donne, vittime di femminicidio. E' stata presentata questa mattina al Distretto di polizia Casilino Nuovo, guidato dalla dottoressa Stefania D'Andrea, e ad alzare il lungo lenzuolo bianco che la copriva, gli studenti del liceo Pilo Albertelli. "Questa è una lotta di educazione, una lotta di legalità che ci vede insieme impegnati - ha commentato il prefetto Lamberto Giannini, prendendo parte all'iniziativa - in questo momento prevale il ricordo ma bisogna proseguire con costanza e con la massima attenzione per intervenire subito, ascoltare e accogliere ogni richiesta d'aiuto".

"L'inaugurazione di una nuova panchina rossa come simbolo di un percorso che la polizia di stato ormai da anni ha intrapreso per l'educazione al rispetto delle donne - ha aggiunto il Questore Carmine Belfiore - è un percorso che noi ogni giorno coltiviamo nelle nostre attività ed è un'attività di informazione e prevenzione basilare perché fatti agghiaccianti come la morte della povera Giulia non accadano mai più".
A prendere parte alla presentazione della panchina, anche il pro rettore dell'università Tor Vergata e il direttore sanitario dell'ospedale Casilino che nel corso degli anni ha accolto e salvato negli ambienti del pronto soccorso tante giovani vittime di violenza. Presente anche l'Arma dei carabinieri e la Guardia di Finanza.  "Il nostro lavoro di squadra è prezioso - ha aggiunto il capitano Andrea Quattrocchi, Comandante della Compagnia dei carabinieri Roma Casilina - e fare squadra fra le Istituzioni, le forze di polizia le autorità di pubblica sicurezza, le associazioni di volontariato, le strutture sanitarie è importantissimo perché soltanto insieme possiamo dare un contributo per cercare di venire a capo di questo tristissimo fenomeno. La nostra speranza sono i ragazzi". A loro, poi la voce, a quei tanti studenti che tenevano in mano cartelli a difesa delle donne e che con commozione hanno detto: "Giulia, prima di essere una sorella, un'amica, una figlia, era una donna ed è diventata una vittima uccisa dal suo ex fidanzato lottando per più di venti minuti. L'ennesima macchia scura sulla coscienza dell'Italia e l'ennesima vittima innocente. Ogni 72 ore un femminicida prende la vita di una donna e in ognuna di quelle ore si aggiunge un anello alla catena che noi donne portiamo al collo con il nostro solo genere a renderci prigioniere". A benedire la panchina, in ultimo, Don Antonio Coluccia.