Ariccia, esposto in esclusiva mondiale a Palazzo Chigi il quadro originale del Caravaggio "La Presa di Cristo". Foto Luciano Sciurba

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Ariccia, uno dei grandi capolavori di Caravaggio, l'opera " La Presa di Cristo " sarà in mostra da domenica 15 ottobre fino al 14 gennaio a Palazzo Chigi, l'antica dimora principesca,  sotto l'attenta cura e supervisione di Francesco Petrucci Conservatore di Palazzo Chigi ed uno dei maggiori esperti mondiali di arte e storia antica. Ad Ariccia è dunque in mostra, da ieri mattina a conclusione del suo lungo restauro e delle indagini diagnostiche, un vero capolavoro sconosciuto di Michelangelo Merisi (il Caravaggio).  Si parla della prima versione della famosa composizione del Caravaggio raffigurante  "La Presa di Cristo ". L'opera dai dati storici in possesso agli esperti, e come ha affermato sabato sera a Palazzo Chigi l'architetto Petrucci : " era stata esposta soltanto nel 1951 alla storica Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi tenuta presso il Palazzo Reale di Milano a cura di Roberto Longhi. In quel periodo si presentava sporca e con varie ridipinture, rimosse dopo il recente restauro che abbiamo seguito qui ad Ariccia con i maggiori esperti di restauro di arte e pittura antica ". Anche il sindaco di Ariccia Gianluca Staccoli, molto soddisfatto per l'arrivo del prezioso quadro in città ha detto : " Sono stati evidenziati radicali cambiamenti ed estesi pentimenti, che ne avvalorano l'assoluta autografia, confermata per la sua qualità molto alta da autorevoli studiosi che hanno lavorato in squadra per alcuni mesi, facendo delle radiografie di ultima generazione all'opera autenticando lo stile del Caravaggio. Una meta su cui si lavorava sin dalla sua ricomparsa nel 2003. In ragione della sua eccezionalità il quadro è stato anche notificato dallo Stato Italiano con Decreto del 2 dicembre 2004 del ministro dei Beni Culturali come opere di particolare interesse per nazionale». Ne vengono documentate per la prima volta in mostra le prestigiose provenienze dagli esperti parlando della collezione Mattei, la collezione Colonna di Stigliano e la collezione Ruffo di Calabria, per il cui tramite è pervenuta presso all'attuale proprietario la famiglia di esperti antiquari rappresentata dall'avvocato Filippo Bigetti, presente all'inaugurazione della mostra. " La Presa di Cristo" della collezione Mattei, nota attraverso numerose copie e presunti originali, è una delle composizioni spiritualmente più intense del pittore milanese e piene di passione delle sue attività romane. Costituisce un vero corrispettivo a destinazione privata delle splendide tele della Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi e della cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo del 1.600 che segnano una radicale svolta in termini espressivi nella produzione del Caravaggio, dopo la prevalenza di soggetti di genere e a tema mitologico degli anni prima .  Sulla scelta di Palazzo Chigi per esporlo,  non ha dubbi l'architetto Francesco Petrucci:  " Ritegno che la location più giusta sia proprio il nostro antico Palazzo,  una sede adatta a presentare e preservare un dipinto attribuito a Caravaggio. Non solo perché qui durante la fase Savelli nella prima metà del XVII secolo era conservata la Negazione di Pietro, oggi al Metropolitan Museo di New York, ma anche per la presenza in quegli anni di numerose opere caravaggesche, compresi molti Gentileschi, opera di padre e figlia. La dimora infatti risale quasi per intero alla decade del 500, quando il pittore lombardo si stabilì a Roma, conservando il carattere severo di quel tempo.  Compresi i rari parati in corame di ascendenza spagnoleggiante all'epoca molto in voga, il cui spirito austero non fu alterato dall'ampliamento berniniano messo in cantiere tra il 1664 e il 1672 ". Nella sede di Palazzo Chigi di Ariccia, ai Castelli Romani,  si ripercorre anche la controversa storia della potente invenzione caravaggesca e delle sue testimonianze pittoriche, che hanno un picco nelle due redazioni della raccolta Ruffo di Calabria, ritrovata da Roberto Longhi nel 1943, e della Compagnia dei Gesuiti di Dublino (Irlanda), in deposito presso la National Gallery of Ireland dal 1993. Veramente una storia fantastica e di grande cultura per la cittadina dei Castelli Romani, che dal 15 ottobre al 14 gennaio potrà essere osservata dal grande pubblico e dagli esperti di arte antica. Foto Luciano Sciurba