L'acqua potabile si ricava dall'aria: all'Expo la rivoluzione della Seas Video

L'acqua potabile si ricava dall'aria: all'Expo la rivoluzione della Seas Video
di Paolo Ricci Bitti
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Venerdì 14 Agosto 2015, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 00:24
Chiara, fresca et dolce aria... O era acqua? Da qualche parte deve esserci il trucco e viene voglia di guardare dentro, e sotto, a quel container della Seas da cui sgorga acqua pronta per essere bevuta, per irrigare i campi, per allevare pesci, per lavare strutture come i pannelli solari che sennò funzionano male. E già che c’è, senza chiedere un euro in più, produce anche aria fresca e acqua calda che alleggeriscono i costi di condizionamento e riscaldamento di case e uffici.

Epperò il parallelepipedo che ronza impercettibilmente è indipendente: nessun cavo, nessun tubo lo collega all’esterno, al più, invece di usare il generatore annesso, potrebbe allacciarsi alla rete elettrica. E dentro non c’è alcun serbatoio. Nessun trucco, quindi: ma allora da dove viene quell’acqua che sta riempiendo in fretta il contenitore da mille litri?



ACQUA DALL'ARIA: IL VIDEO



In realtà il concetto, a dirlo, suona persino banale: dentro quel container c’è un sistema termodinamico che trasforma l’umidità dell’aria in acqua distillata. E già questa si presta a mille usi. Poi l’acqua, sempre lì dentro, viene filtrata, purificata con raggi ultravioletti e quindi rimineralizzata. A questo punto la si può anche imbottigliare: la qualità - hanno dimostrato i test - è migliore di quella di tante marche in commercio.



Ma allora questa macchina della Seas che produce acqua dall’aria è un uovo di Colombo del terzo millennio? Pensate solo agli 800 milioni di persone al mondo che non hanno accesso all’acqua potabile, come ricorda Irina Bokova, direttrice generale dell’Unesco.



O alle isole, tante anche quelle italiane, rifornite dalle navi-cisterna. O ai forti costi dei dissalatori alimentati con acqua di mare. Oppure immaginate di sistemare uno di questi container, ne sono previsti in vari formati molti dei quali facilmente trasportabili, sul tetto di un palazzo: per ammortizzarne il costo vivo e di esercizio energetico vanno calcolati, oltre all’acqua potabile prodotta, il flusso di aria fresca sfruttabile per abbassare la temperatura nelle stanze e l'altro ”sotto-prodotto” rappresentato da acqua calda (50°) che integra l’impianto di riscaldamento.



Costi, ricavi e prospettive di questo sistema, che ha aggiunto brevetti innovativi a tutto ciò che già si sapeva di questi processi termodinamici, saranno raccontati sabato 29 agosto alle 11.30 al padiglione della Svizzera all’Expo nell’ambito dell’evento ”Water from air, for life”.



Svizzera? Ma anche parecchia Italia. La Seas è una startup nata nel gennaio 2014 con sede nel Canton Ticino, ma sono stati i due italiani Flavio e Graziano Giacomini (quest’ultimo è presidente di Seas) che sono riusciti ad aggregare intorno a questa idea un pool internazionale di soci insieme agli altri due fondatori, Lawrence Graev e Marco Honegger.



Inoltre il progetto è stato sviluppato con l’Università di Pavia e la società Ivr di Boca, quarantennale player nell’ambito termosanitarioche, divenuto partner industriale produttivo. Negli stabilimenti Ivr a Boca (Novara) vengono infatti realizzate le due macchine Atw Mobile e Awa Modula di Seas (Società de l’Eau Aerienne Suisse), già presente in Svizzera, Italia, Usa, Canada, Messico, Perù, Ecuador, Emirati Arabi e presto anche in Russia, Cina, Sud Africa, Benin, Guinea Bissau.



E’ chiaro che quel fiotto d’acqua ottenuto passando attraverso - suona più poetico che tecnico - il punto di rugiada dell’aria fa subito venire in mente le zone più arretrate del mondo, a patto che non siano troppo fredde o secche perché altrimenti non c’è abbastanza ”materia prima” da trasformare, oppure situazioni di emergenza quali quelle innescate da disastri ambientali. Secondo le Nazioni unite, 3.4 milioni di persone muoiono ogni anno per mancanza d’acqua e patologie collegate e l’85% della popolazione mondiale vive nelle aree più secche del pianeta: si calcola che la domanda di acqua aumenterà dai 4.500km3 del 2010 ai 6.350 km3 previsti nel 2030.



Fonti alternative sono dunque indispensabili anche perché il mercato dell’acqua in bottiglia si espanderà da 117 miliardi di dollari (2013) a 195 miliardi (2030).



Cambiando scenari, ma restando comunque con i piedi per terra, immaginate pure la possibilità di mantenere campi da golf, giardini, parchi divertimenti senza attingere a riserve d’acqua tradizionali. Oppure di rifornire d'acqua "da aria" le aziende che ne hanno bisogno in quantità per i loro processo produttivi.



Seas sostiene insomma di aver messo a punto un sistema che produce acqua di qualità nella tutela delle risorse ambientali e risparmiando energia rispetto ai procedimenti sin qui conosciuti.
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